Colore da bianco fino a rosso, odore intenso e complesso, sapore morbido ed equilibrato tra le componenti amare grazie alle caratteristiche aromatiche dell'Artemisia. Sono queste le caratteristiche sensoriali del Vermouth che ieri, con i suoi tre secoli di storia e cultura del bere, è stato raccontato al Museo del Risorgimento.
Un evento dall'alto valore simbolico, che coincideva con la prima uscita ufficiale dell'Istituto del Vermouth di Torino. Costituitosi ufficialmente il 7 aprile, l'organismo è nato per rappresentare la storica bevanda in Italia e nel mondo e vi hanno aderito la maggior parte dei marchi produttori presenti oggi sul mercato: Berto, Bordiga, Del Professore, Carlo Alberto, Carpano, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Giovanni Sperone, Vergnano e Tosti.
"La sola città di Torino", raccontano, "aveva nel 1840 almeno 30 produttori di Vermouth e liquori e 42 distillerie di brandy e grappa". La bevanda veniva esportata in tutto il mondo, a metà Ottocento si contano più di 150 paesi dal Venezuela all'Australia, e la sua produzione si concentrava soprattutto sull'asse Torino-Pessione-Asti-Canelli.