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Politica | 25 luglio 2017, 16:28

Adesione di Sinistra Italiana alla campagna Ero Straniero

"Noi che da sempre chiediamo l’abolizione della 'Bossi-Fini', crediamo che questa legge vada nella direzione giusta"

Adesione di Sinistra Italiana alla campagna Ero Straniero

Sinistra Italiana in Piemonte aderisce alla campagna "Ero Straniero. L'umanità che fa bene", lanciata da Emma Bonino e dai Radicali Italiani insieme ad altre associazioni e organizzazioni promotrici di una legge di iniziativa popolare per l'introduzione di norme che promuovano il soggiorno regolare, favorendo l'inclusione lavorativa e sociale, dei cittadini stranieri non comunitari.

La proposta di legge prevede il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di un'occupazione lavorativa, affidando a soggetti pubblici e privati l'attività di intermediazione tra la domanda di lavoro e l'offerta e reintroducendo il sistema dello sponsor anche da parte di singoli privati per agevolare l'ingresso degli stranieri nel mondo del lavoro. E' previsto poi il rilascio di permesso di soggiorno per integrazione, rivolto alle persone straniere che in Italia svolgono già attività lavorativa o hanno legami familiari o affettivi.

Quanto ai richiedenti asilo, la proposta pone al centro il modello dell'accoglienza diffusa sul territorio, l'unica modalità che garantisca un concreto progetto di inclusione attraverso l'apprendimento della lingua, la formazione, l'accesso al lavoro. Sono previste misure che estendono ai cittadini stranieri l'accesso in condizioni di uguaglianza alle prestazioni di welfare, alle cure mediche, ai diritti previdenziali, alla partecipazione alla vita democratica del nostro Paese. Infine, la proposta prevede l'abolizione del reato di clandestinità, tuttora presente nel nostro ordinamento.

Noi che da sempre chiediamo l’abolizione della “Bossi-Fini”, crediamo che questa legge vada nella direzione giusta, perché mette al centro la dignità della vita del migrante valorizzando la sua storia, il suo percorso di integrazione, la rete degli affetti, la legittima aspettativa di un posto di lavoro, superando le astratte e inutili categorie dei richiedenti protezione internazionale da un lato e dei "migranti economici" dall'altro lato, che nell'attuale sistema non hanno garantito inclusione e diritti. Invitiamo i cittadini e le cittadine ad aderire ai comitati per la raccolta delle firme che si stanno costituendo sui diversi territori e a farsi portatori di una cultura dell'accoglienza e dell'integrazione, dei diritti contro le discriminazioni, senza la quale l'Italia non può che regredire.

c.s.

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