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Attualità | 03 settembre 2017, 15:18

Cesare Damiano alla Festa dell'Unità: “Stop incentivi a termine per le imprese che assumono, si deve ripartire da nuove garanzie”

Alla festa del Pd si è parlato di Jobs Act commentando i recenti dati sull'aumento dell'occupazione. Ma restano ancora dei nodi da sciogliere, soprattutto per i giovani.

Cesare Damiano alla Festa dell'Unità: “Stop incentivi a termine per le imprese che assumono, si deve ripartire da nuove garanzie”

Incentivi strutturali e correzioni sul tema licenziamenti. Questo l'auspicio di Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, ospite della Festa dell'Unità di Torino per un bilancio sul Jobs Act. In dialogo con lui, Stefano Lepri, vicecapogruppo Pd in senato, e i tre segretari generali del Piemonte di Cigil, Cisl e Uil, Massimo Pozzi, Alessio Ferraris e Gianni Cortese.

Risalgono a pochi giorni fa i dati Istat sull'aumento dell'occupazione: oltre 23 milioni le persone che hanno trovato un impiego, con un incremento di 918 mila posti di lavoro dall'inizio del 2014 a oggi. Grande motivo d'orgoglio per Renzi, soddisfazione massima per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Ma quanto del merito va attribuito al Jobs Act? Se ne è discusso sul palco dello Sporting Dora. Un dibattito aperto ricordando le morti sul lavoro, le cui ultime notizie risalgono a pochi giorni fa. "Le cifre sulle morti bianche non sono dignitose per un Paese come il nostro", è stato il commento unanime dei relatori.

Poi, confronto aperto sul temo posti di lavoro.

Non ho mai condiviso questa modalità di incenticare l'occupazione”, ha commentato Damiano, “anzi, ho sempre contestato la natura non strutturale degli incentivi per le imprese che volessero assumere nuovi lavoratori. Erano degli spot a termine, seguivano un meccanismo malato. Spero che con la legge di bilancio i nuovi incentivi siano ben diversi da quelli del 2015, e suggerirei al viceministro dell'economia Morando di farli scalare dal 30 al 20%, dopo l'introduzione. L'imprenditore ha diritto di sapere che se assume i nostri figli a tempo determinato il costo è minore rispetto a qualsiasi altro tipo di assunzione precaria”. E Damiano sottolinea anche la necessità di ripristinare il principio di adeguatezza tra il licenziamento e l'infrazione commessa, onde evitare spiacevoli casi di perdita del posti di lavoro per motivi non commisurati al provvedimento.

Lepri ha sostenuto il principio della garanzia del minor costo del lavoro su lungo periodo, basandosi su regole più chiare per le assunzioni e un buon piano di incentivi. Solo così gli attori economici diventano più propensi a investire.

Ma c'è un altro dato da sottolineare: il +35,5% della disoccupazione giovanile. Ed è da qui che si riparte a discutere. “Occorre focalizzarsi sulle nuove generazioni e tecnologie, perché il Jobs Act si è rivolto a imprese che non privilegiano le politiche giovanili”, ha commentato Alessio Ferraris di Cisl. “D'altro canto, la legge Monti-Fornero ha pesantemente alzato i requisiti per andare in pensione. Se non si blocca il meccanismo dell'aspettativa di vita, il discorso sull'anticipo pensionistico diventa residuale”.

Manuela Marascio

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