Attraversare la mostra dedicata a Peter Lindbergh dalla Reggia di Venaria Reale è come immergersi nel lavoro del fotografo.
Scatti, certo, ma anche rullini e studi, fino ad arrivare, alla fine del processo fotografico, alle riviste, ai poster, in definitiva alle immagini che poi sono icone. Ma nella coinvolgente esposizione, la prima dopo gli incontri del G7, ciò che tiene insieme ogni scatto è l’idea di donna, di femminilità, che Lindbergh vuole trasmettere. “Ho un’opinione molto critica – ha spiegato Lindbergh durante la presentazione della mostra – di come viene rappresentata la donna sui media e nella moda, stanno facendo un lavoro terribile. Io volgio vedere la femminilità sotto diverse angolazioni”.
La mostra “Peter Lindbergh. A Different Vision on Fashion Photography” sarà aperta alla Reggia di Venaria Reale dal 7 ottobre al 4 febbraio 2018. Si tratta di una esposizione itinerante, che arriva dalla Kunsthal di Rotterdam, dove due anni fa la direttrice del museo, Emily Ansenk, e il direttore della Reggia di Venaria, Mario Turetta, si sono incontrati.
Poi sono seguiti una serie di contatti che, mentre la mostra approdava a Monaco, hanno portato a scegliere come seconda tappa del “viaggio” l’ex residenza sabauda. “Questa è la prima inaugurazione – ha commentato Turetta – che arriva come Consorzio delle Residenze reali sabaude. La mostra si inserisce in questo intero anno di festeggiamenti per i dieci anni della Reggia”.
“Siamo stati il palcoscenico del G7 – ha commentato la presidente della Reggia, Paola Zini –, una straordinaria occasione di visibilità internazionale per noi”. “La Reggia ha dato una grande prova – ha sottolineato Antonella D’Afflitto, assessora alla cultura del Comune di Venaria – e anche la città ha fatto la sua parte, insieme alle Forze dell’ordine”.
Un “palcoscenico” che, passato il vertice internazionale, torna a occuparsi di cultura e lo fa con un grande della fotografia.
Il lavoro di Lindbergh, a partire dai suoi sterminati archivi, è stato riordinato e selezionato da Thierry Loriot, curatore indipendente, che si è occupato di questa mostra a Rotterdam, il quale ha lavorato a stretto contatto con il fotografo tedesco per quattro anni. “Lindbergh è una persona aperta e disponibile – ha raccontato – e in questo lavoro ho cercato di andare al di là dell’immagine, perché il suo è un lavoro d’arte. Permette alle persone di riconoscersi in quello che vedono”.
“Mi chiedono spesso – ha concluso Lindbergh – che cosa sia la bellezza. Ci ho pensato, secondo me la bellezza è avere il coraggio di essere se stessi in ogni momento”.