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Attualità | 17 ottobre 2017, 09:40

“Effetto panino” alla elementare Perotti di Torino, stretta in una morsa per la carenza di organico

Alcuni genitori hanno protestato per la riduzione dei laboratori per la sorveglianza della mensa domestica, ma preside e professori si difendono: “Fatto ogni sforzo possibile”

“Effetto panino” alla elementare Perotti di Torino, stretta in una morsa per la carenza di organico

Carenza di organico, aumento delle classi, aumento dei tempi pieni. In pochi passaggi, nell'arco di pochi anni, una scuola può non essere più in grado di mantenere l'offerta formativa, se non al prezzo dell'abnegazione dei professori e del personale.

E' quello che sembra stia succedendo alla scuola elementare Perotti, di Torino, dove solo grazie a una montagna di ore extra da parte degli insegnanti viene garantito il diritto allo studio. E ora, date le proteste di alcuni genitori, la preside lo dice a chiara voce: “Siamo tutti dalla stessa parte, e i nostri sforzi sono al limite”.

Tutto nasce da un post su Facebook di un genitore, che racconta come la dirigente scolastica abbia fatto pervenire alle famiglie con un biglietto recante un messaggio chiaro: “A causa di mancate adesioni nella sorveglianza al servizio di assistenza al pasto domestico, alcune attività in compresenza potrebbero essere ridotte per garantire agli alunni adeguata sorveglianza”. In altre parole: per garantire la presenza di una sorveglianza nella mensa dei pasti da casa, bisogna sacrificare qualcosa”.

Le proteste, su internet, si sono sprecate, con le relative accuse alla preside di voler “boicottare” il panino da casa. Ma, spiega quest'ultima, la situazione è molto diversa. La scuola, infatti, è in una crisi di organico profonda. Negli anni le iscrizioni sono andate aumentando, con una netta preferenza per il tempo pieno, che ora copre la stragrande maggioranza delle classi. Un numero di allievi decisamente superiore a quelli che la scuola poteva gestire anni fa. E la situazione non può essere in alcun modo migliorata.

Con la scomparsa del tempo pieno ufficiale (oggi sono in vigore orari impostati su “moduli”), gli organici dei professori vengono concessi sulla base di un orario di 27 ore di scuola settimanali, e gli istituti che decidono di offrirne 40 si devono arrangiare. “Vorrei dire che arriveranno altri insegnati, ma abbiamo la totale certezza che non arriveranno. Stiamo usando ogni risorsa per continuare a garantire le 40 ore a tutte le famiglie”. Già, ogni risorsa, perché, raccontano dalla scuola, alla Perotti gli insegnati già fanno doppi turni, ore extra, potenziamenti e compresenze fuori orario, per poter garantire la formazione.

“Già è un miracolo riuscire a organizzare alcune ore in compresenza, l'insegnamento ai ragazzi disabili e la sorveglianza per una sola mensa, che comunque garantiamo anche a chi per legge non ne avrebbe diritto - dice un professore - Figuriamoci ora che, per leggi e regolamenti, dobbiamo istituirne due diverse (una per quella istituzionale e una per il “panino da casa”, ndr), separate ed entrambe sorvegliate!”.

Per questo la preside della Perotti, più che amareggiata, si dice dispiaciuta: “Stiamo facendo ogni sforzo possibile per garantire ai bambini tutti i loro diritti, e adesso veniamo accusanti addirittura di non voler garantire il pasto da casa. Vorrei che si capisse che la scuola non è contro le famiglie, e non è interesse del preside o dei docenti ridurre quello che offriamo. Purtroppo ci sono problemi di sicurezza e difficoltà organizzative che non sono gestibili in altro modo. Siamo tutti dalla stessa parte, chiedo ai genitori di capirlo”.

Bernardo Basilici Menini

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