Uno spazio dedicato ai ragazzi autistici, ma anche un luogo di aggregazione e incontro per i residenti del Lingotto. È questo l'obiettivo di “VV46”, progetto di riqualificazione dell’area dove sorge, dagli anni ’50, l’oratorio della parrocchia Assunzione di Maria Vergine.
L’edificio, ubicato in via Valenza 46 (l'accesso della parrocchia è invece in via Nizza), è al centro di una zona in grande trasformazione: qui si troveranno, infatti, il nuovo Polo ospedaliero del Parco della Salute e della Scienza, davanti al grattacielo della Regione, di fronte alla futura stazione “Italia 61” della metropolitana, a pochi minuti dalla stazione ferroviaria del Lingotto e dalla zona espositiva.
"Qui", spiega la Diocesi di Torino, "più che altrove sono visibili i cambiamenti che preparano la città nuova, dopo i decenni del declino post-industriale. Se è prevedibile una crescita dei servizi terziari, dalla ristorazione agli asili d’infanzia, c’è anche il rischio di fare da “sfondo” a un ambiente che è solo di passaggio, vissuto da lavoratori pendolari e che sarà sempre più segnato da un contesto multietnico e multiculturale con le conseguenti sfide dell’integrazione".
È in questo contesto che si inserisce la proposta della comunità parrocchiale, che si sta elaborando in dialogo con diverse realtà: Homers (nuovi modelli di
abitare, www.homers.co); la cooperativa Terra Mia
(www.terramiaonlus.org); fondazione Paideia (www.fondazionepaideia.it); Caritas diocesana. L’idea è di realizzare, nella struttura già esistente, un centro diurno per ragazzi autistici, e spazi polifunzionali per attività di aggregazione aperte al territorio, spazi informali di incontro, laboratori vari,
un punto di ristoro, una libreria, attività lavorative che offrano anche possibilità di impiego a persone disabili, locali per il teatro.
Nell’area esterna potranno esserci impianti sportivi, un’area gioco per bambini, un «orto urbano condiviso». Nel tempo, si potrebbe sviluppare anche la possibilità di un “condominio solidale”.
Un aspetto particolare è il desiderio di creare anche uno spazio, una “cappella” per il silenzio, pensato per poter accogliere credenti anche di fedi diverse.