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Attualità | 12 novembre 2017, 15:21

Cantare la rabbia con la rapterapia: i ragazzi di Mirafiori a lezioni di rima

Il rapper torinese Zuli ha avviato al Cpg un laboratorio gratuito per adolescenti. L’obiettivo è realizzare una canzone che racconti la loro storia

Ph F. Mozzone

Ph F. Mozzone

Scrivere in rima la propria storia e buttarla fuori, anima e voce, togliendola finalmente da una gabbia per farla vagare libera. Non tanto per ricevere una risposta, un cenno di assenso o dissenso da chi la accoglie, quanto per scrollarsi di dosso un manto scomodo, appesantito. Perché la musica sa far uscire allo scoperto anche chi è abituato a vivere nell’ombra, incompreso e solo, com’è tipico dei giovani che si scontrano oggi con la vita.

Non tutti ci riescono. Marco Zuliani sì. In arte Zuli, è il rapper torinese che negli anni Novanta ha fondato la crew Miraflowers tra le vie della periferia sud di Torino, a Mirafiori, dove ha vissuto per 25 anni. Ora ne ha 37, e nella sua carriera ha conosciuto tutto ciò che di bello o di brutto potessero offrire i diversi contesti umani e sociali in trasformazione. Adesso si dedica ai ragazzi che, come lui all’epoca, cercano di trovare la giusta forma di espressione in un mondo sfuggente. Ecco da dove nasce l’esigenza di creare un laboratorio rap capace di curare, colmare certe carenze.

Ho sempre fatto qualsiasi tipo di lavoro”, spiega. “Ma senza mai perdere la passione per la musica, che a un certo punto mi ha ripagato, permettendomi per un periodo di dedicarmi solo a lei. È sempre stata importante dal punto di vista umano, vi ho trovato per tutta la vita un rifugio”. Dopo il grande successo raggiunto tra il 2010 e il 2013, con le tournée con Roy Paci e diverse collaborazioni, tra cui Club Dogo, Jake la Furia e Gue’ Pequeno, un momento di crisi, che ha visto farsi largo la necessità di un cambiamento. “Nel mondo dello spettacolo italiano gran parte della carriera è dettata dalle pubbliche relazioni, dal business, dal giro in cui ti trovi. Il mio stile di vita a un certo punto non era più compatibile con quello di molti altri colleghi. Stavo vivendo una crisi dettata anche dalla necessità di capire in cosa potesse consistere realmente la mia realizzazione professionale e umana”.

Ecco che allora si prospetta una nuova opportunità, una svolta. L’incontro con la Cooperativa Terra Mia nel 2014, dove ha preso avvio di lì a poco la sperimentazione del laboratorio rap: far conoscere ai ragazzi un genere musicale che da sempre è veicolo di emozioni forti, schiette e sincere, abituandoli alla percezione del ritmo, alla scrittura in rima, al controllo del proprio corpo in accordo con la musica. “Il rap è uno strumento di comunicazione potentissimo, Non facevo altro che portare il mio modo di fare musica cucendolo sulle storie di quei ragazzi”.

Prima di Zuli, nessuno aveva mai fatto nulla del genere in Italia. Per questo l’anno scorso è stato depositato il marchio di Laboratorio Rap Terapeutico e Rapterapia. Una lavoro didattico che può raggiungere la piena efficienza se affiancato da psicologi, e incrementato da corsi di formazione per i futuri operatori che verranno.

Un’iniziativa che sta avendo un enorme successo, tanto da diffondersi nella Città metropolitana di Torino con il progetto The Refugees Otherside, coordinato dall'associazione LargeMotive, di cui Zuli è vicepresidente e socio fondatore: un laboratorio rap che affianca i ragazzi italiani degli spazi giovani ai richiedenti asilo, partito da Carmagnola e ora esteso ad altri comuni.

E Mirafiori? Nella periferia in cui Zuli è nato e cresciuto da qualche mese è partito il progetto di corsi formativi gratuiti Mirafiori On Air, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo. Tra quelli proposti, il laboratorio rap di Zuli, ogni giovedì presso il Cpg di strada delle Cacce 36, chiama a raccolta un gruppo di adolescenti che entro dicembre dovranno confezionare una canzone che racconti la loro storia di periferia. “Ci troviamo in un momento in cui sia ragazzi che ragazze si sentono parte integrante delle comunità e vogliono dire la loro in maniera indiscriminata”, spiega Zuli. “Questo gruppo ha scelto come tema da affrontare la rabbia, che da sempre è la cifra stilistica della gioventù, e più che mai in un momento storico come questo, in cui è facile sentirsi fuori posto. Ognuno di loro ha una storia importante da raccontare attraverso la musica. Si confidano attraverso di me con il rap, instaurando un vero e proprio rapporto simbiotico”.

La canzone prodotta a dicembre sarà registrata negli studi del Cpg. Per finire un anno chiudendo un grande capitolo, e iniziare il successivo con una nuova pagina in rima da scrivere insieme.

Manuela Marascio

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