È mancino e ha i capelli rossi. Qualche secolo fa non avrebbe avuto vita facile in mezzo alla gente più superstiziosa, attaccata con i denti e le unghie alle tante credenze popolari che vedevano nel “diverso” un pericolo da emarginare, escludere, eliminare. Stefano Cavanna incarna così uno spaccato di tradizione nostrana a ben vedere non così alieno e distante dai giorni attuali, se si pensa che, in certi paesini del Piemonte, persiste una sapienza contadina o montanara ereditaria di quell'antico retaggio.
Nello spettacolo in scena questa sera al Molo di Lilith, in via Cigliano 7, saranno rievocate con racconti intrecciati alla magia le masche, le streghe piemontesi protagoniste di varie leggende e famose per i tanti dispettucci fatti ai danni delle popolazioni locali. L'intento è di ricreare l'atmosfera delle antiche veglie invernali, quando la gente si ritrovava all'interno delle stalle per scambiarsi storie e riscaldarsi insieme. E tra queste, le vicende sulle masche destavano sempre una particolare inquietudine.
Uno spettacolo che non vuole essere la rappresentazione fine a se stessa di un contesto passato e ormai perduto, ma si propone di scavare a fondo nella natura del fenomeno superstizioso e nell'identità stessa di queste donne additate dalla società come streghe. Uno studio storico e antropologico che mette sul piatto tante domande, cercando di rispondere a ognuna di queste coinvolgendo attivamente il pubblico. La magia proposta sulla scena non è una semplice sequenza di trucchetti, ma una costruzione logica e raffinata di giochi di prestigio capaci di richiamare la cosiddetta “fisica”, la magia praticata un tempo dalle masche.
Questo tipo di approccio, definito una sorta di storytelling magico, rappresenta sicuramente la grande fortuna dello spettacolo, che gira sul territorio dal 2014 seguendo la ricerca – al momento ancora senza soluzione – di un mazzetto di chiavi capaci di aprire un misterioso cofanetto custodito da Stefano.
Prendendo spunto dalle opere tematiche di Marco Aime, Marco Andreis, Donato Bosca e Maria Tarditi, questa performance interattiva riesce a conglobare alla perfezione lo studio erudito alla caratterizzazione tutta al femminile di storie indubbiamente affascinanti, che non smettono mai di destare curiosità. “Nei secoli molte cose sono cambiate”, spiega Stefano, “ma altre, le peggiori, come l'ignoranza, la superstizione, la paura per il diverso, sono rimaste immutate, o si sono evolute seguendo nuove e più sottili strade di crudeltà”.
Appuntamento alle 21.30 al Molo di Lilith. Un luogo che prende il nome della prima strega della storia.