Al vertice di una maggioranza fino a ieri monolitica ci sono spaccature; la giunta va in affanno pressata come è dalla ricerca di 20 milioni per evitare il fallimento del Gtt; e la Fondazione Musei apre le procedure per il licenziamento di 28 dipendenti: sono soltanto gli ultimi episodi registrati a Palazzo Civico e suonano come la campanella dell'ultimo giro per una maggioranza grillina destinata a sfarinarsi.
So che non c'è mai posto nella lista di quelli che "l'avevano detto", né penso mai di iscrivermi, ma al sindaco desidero rinnovare un appello che lei conosce bene e che non dispero, confidando nella sua intelligenza politica, faccia prima o poi breccia: sbaracchi una maggioranza arrivata al capolinea politico e metta in piedi un governo "civico" che unisca qualcuno degli assessori di oggi e altri presi dal mondo dell'impresa, del volontariato e del lavoro. Gente, intendo dire, che abbia rapporti con la realtà concreta e quotidiana dei torinesi e quindi ne conosca i problemi, le ansie e le attese.
Tutto il resto, arrivati a un tornante rischioso della crisi che avvolge Torino, comincia a puzzare di quel politichese contro il quale il M5s ha costruito le sue fortune elettorali e in cui rischia di finire. Non interessandomi minimamente alla sorte dei Cinquestelle ma molto, invece, preoccupandomi per il destino di Torino, invito il sindaco Appendino a trarre le conclusioni di questa prima fase della sua amministrazione e a voltare pagina prima che sia troppo tardi per la città.