Nella seduta di oggi il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha finanziato gli ultimi due lotti del Terzo Valico, inclusa la “Variante interconnessione Novi” richiesta dagli enti locali.
Queste decisioni, unite al finanziamento con 60 milioni di euro del progetto di sviluppo delle zone dell’alessandrino interessate dalla costruzione del Terzo Valico dei Giovi - già preannunciato a seguito del pre-Cipe del 14 dicembre scorso - rendono questa seduta Cipe una tappa fondamentale nella realizzazione dell’opera.
Il quinto e sesto lotto
Il Cipe ha dato l’autorizzazione all’avvio dei lavori per il quinto lotto costruttivo assegnando le relative risorse finanziarie per un importo di oltre 1,5 miliardi di euro e ha approvato il progetto definitivo della variante progettuale allo Shunt di Novi. Ha anche assegnato le risorse finanziarie per il sesto e ultimo lotto del Terzo Valico, per un importo di 883 milioni di euro.
Dei 6 lotti costruttivi complessivi attualmente sono già stati finanziati e avviati i lavori relativi ai primi quattro, per un impegno di spesa totale di 3 miliardi e 597 milioni di euro. Quindi con l’autorizzazione degli ultimi due lotti la copertura finanziaria dell’opera è completa.
L’eliminazione dello Shunt
La “Variante interconnessione Novi” approvata dal Cipe riguarda l’interconnessione della nuova linea ferroviaria del Terzo Valico con la linea storica Torino-Genova.
In adempimento alla prescrizione contenuta nella delibera Cipe del 2006 di approvazione del progetto definitivo, RFI aveva inoltrato nel 2013 al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo studio di fattibilità predisposto da Cociv dell'interconnessione di Novi Ligure in variante rispetto al progetto approvato che prevedeva il cosiddetto Shunt di Novi. D'intesa con il MIT e sulla base delle richieste pervenute dalle amministrazioni locali e dalla Regione Piemonte, RFI ha quindi trasmesso il progetto definitivo per la soluzione alternativa “Variante interconnessione Novi”, che risparmia 7 chilometri della nuova linea su terreno agricolo per passare sulla linea ferroviaria attuale che attraversa l’abitato di Novi.
La nuova soluzione è meno costosa (con un risparmio di 42 milioni di euro) e comporta una minore occupazione di suolo (con una riduzione di circa il 60% di superficie da espropriare o asservire), una riduzione dei volumi di scavo (760mila metri cubi, a fronte dei circa 3,4 milioni dello Shunt) e una riduzione degli impatti idrogeologici anche nella fase di cantierizzazione.