Uno degli slogan più forti della sinistra candidata al governo è: meno solitudine, più uguaglianza. E l'affollamento di "compagni" presenti questa mattina al Teatro Espace di via Mantova è sintomatico della voglia di una svolta definitiva all'emarginazione data dalla disparità e dal crescente precariato.
I consiglieri regionali Marco Grimaldi e Silvana Accossato hanno svolto gli onori di casa alla visita torinese del candidato premier Pietro Grasso, aprendo ufficialmente la campagna elettorale. Lo hanno fatto rivolgendo soprattutto un pensiero solidale ai lavoratori Embraco, presenti al comizio, elevati a simbolo di un sistema di governo che specula sulla vita dei lavoratori continuando a cavalcare il capitalismo.
Il programma di Liberi e Uguali non a caso si basa su due principi inviolabili: il diritto alla certezza e sicurezza del lavoro, e la spinta a un'economia che livelli le disuguaglianze investa sulle soluzioni più ecologiche.
Lo chiamano Green New Deal, questo nuovo corso di "economia verde" che ponga i lavoratori al centro dei singoli territori e permetta di incentivare la sostenibilità ambientale.
"Bisogna sviluppare un nuovo piano di investimenti infrastrutturali veramente utili, puntare sulla rigenerazione urbana, la cura del territorio", ha spiegato la Accossato; "basti pensare all'ultima alluvione in Piemonte del 2016, che richiederebbe interventi da 300 milioni di euro. Occorre la riconversione del patrimonio edilizio e un maggiore efficientamento energetico. E non dimentichiamo le morti bianche che continuano a riempire le pagine di cronaca: non possiamo più permetterci vittime sul lavoro, serve più sicurezza per tutti".
Giorgio Airaudo, deputato, nell'illustrare la proposta di legge sul Green New Deal, ha omaggiato la memoria Luciano Gallino, compianto sociologo, docente universitario e autore, tra gli altri, degli studi sul cosiddetto "finanzcapitalismo".
"La mercificazione dei lavoratori sta portando il sistema al collasso", ha spiegato Airaudo; "Torino è uno dei simboli europei del fallimento di una certa idea di globalizzazione: le imprese se ne vanno, serve un nuovo approccio al lavoro. Se continua a vincere l'idea neoliberalista secondo cui tutto può essere prezzato, saranno sempre gli esseri umani a venire svalutati. Luciano Gallino amava dire che i numeri parlano: ipotizzammo insieme che le sue idee potessero essere tradotte in una proposta di legge soprattutto rivolta a chi aveva perso il lavoro. E noi oggi sappiamo che la finanza si può controllare solo con l'iniziativa pubblica. Del New Deal non avrebbe bisogno solo l'Italia, ma un'Europa intera. E, dal momento che la disuguaglianza cresce sulle solitudini delle persone, vogliamo consegnare a Pietro Grasso le idee per mettere le briglie alla finanza e riuscire a rappresentare anche chi generalmente non viene considerato".
Si è poi parlato tanto del rapporto tra salute e mondo del lavoro, di allarme ambientale sempre più urgente, della luce di speranza data dall'economia circolare. Perché una delle sfide più importati per questa sinistra resta quella di legarsi in uno stretto sodalizio con l'ecologia.
All'arrivo, Pietro Grasso è stato accolto dal suo team, quelli che lui stesso definisce "i miei ragazzi", tra cui il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
Per i molti, non per i pochi. Il discorso di Grasso si è rivolto in primis alla vasta categoria degli "esclusi", soprattutto in ambito lavorativo. Le vittime del Jobs Act e della multinazionali insediate nel nostro territorio. Ma anche ai giovani, perché tornino a interessarsi di politica.
"La squadra che ha dato vita a Liberi e Uguali mi ha fatto riscoprire la voglia di rimettermi in gioco, dopo gli anni di magistratura e poi l'incarico in Senato", dice scherzosamente. Poi il focus su Torino, che "è sempre stata uno dei simboli dell'economia manifatturiera italiana e ora vive una profonda crisi. Con Fiat spesso c'è stato il mancato rispetto degli accordi sindacali, mentre ai lavoratori Embraco va tutta la mia solidarietà; premeremo quindi sul governo affinché si possano trovare soluzioni alternative ai licenziamenti".
Si è poi accanito contro l'internazionalizzazione delle imprese, proponendo un cambiamento nel sistema, per far sì che ogni accordo firmato nel nostro Paese con le multinazionali preveda almeno una restituzione, al momento di lasciare l'Italia, di quanto lo Stato ha loro concesso.
"Abbiamo due facce del lavoro", ha proseguito; "chi lavora nei piani alti della finanza e chi ha ruoli sempre meno qualificati, poco pagati e non tutelati. Diritti che dovrebbero essere normali e ormai si ottengono solo grazie a sentenze giudiziarie".
"Vogliamo proporre un piano", ha continuato, "per creare lavoro e tutelarne la dignità, curare il suolo, mettere in sicurezza il territorio, rilanciare il pendolarismo. E soprattutto incentivare le imprese, renderle competitive ma puntando sul riuso, il riciclaggio. Dovremmo cercare di riconvertire la nostra economia in qualcosa di sostenibile per l'ambiente, per consegnare alle nuove generazioni un futuro migliore".
E ha concluso: "Oggi la campagna elettorale si basa sull'abolizionismo, sul togliere in modo massiccio delle cose, noi invece vogliamo darne di nuove ai cittadini. Ci chiamiamo liberi e uguali proprio basandoci sul primo fondamento dei diritti universali dell'uomo. È finito il momento delle illusioni: è arrivata l'ora di tutelare davvero la bellezza del nostro Paese".