Volontari e cittadini di Cavoretto non ci stanno al trasferimento dei richiedenti asilo a Superga. Dopo circa un anno e mezzo i profughi lasciano infatti il quartiere collinare per spostarsi all’ombra della basilica.
Uno spostamento determinato dal fatto che le cooperative Carapace e Agape, attuali gestori del centro di Cavoretto, non hanno partecipato al bando per portare avanti il progetto. I richiedenti asilo verranno quindi ospitati dalla cooperativa Torinese di Solidarietà
A dire no però allo spostamento un gruppo di volontari e cittadini che, dopo aver scritto nelle scorse settimane una lettera al sindaco Chiara Appendino e al Prefetto Renato Saccone, tornano a ribadire il loro no alla chiusura della struttura e al trasferimento.
“Questi ragazzi”, spiegano nel loro appello, “fanno ormai parte della nostra comunità, con reciproco scambio sociale e culturale e la costruzione di amicizie e relazioni.” Un “modello positivo”, in cui si “è vinta la paura dell’immigrato”.
“Spesso”, aggiungono, “l’atteggiamento verso i profughi è emergenziale, di isolamento o esclusione, qui a Cavoretto si è trattato invece di un progetto pensato e strutturato”. Il trasferimento a Superga sarebbe, secondo i volontari e cittadini, “una sorta di “esclusione gentile”, alla quale si aggiunge una non idoneità della nuova struttura per collocazione e tipo di attività, legate in particolare ai tossicodipendenti.
“Chiediamo anche ai nostri rappresentanti nelle istituzioni di sostenere la nostra presa di posizione. Noi non ci rassegniamo.”, concludono.