Il tema del diritto alla residenza come diritto inviolabile, assoluto, incoercibile e fondamentale dell’individuo è entrato nel patrimonio costituzionale del nostro Paese, soprattutto per quelle persone che ne risultano prive.
La mancanza della residenza, infatti, costituisce una grave limitazione all’esercizio degli altri diritti: chi è senza fissa dimora non può votare, non può iscriversi al collocamento, non ha assistenza sanitaria, non può concorrere all’assegnazione di una casa popolare.
Nella nostra città i diritti, i bisogni, le speranze dei “cittadini di strada” sono stati e sono interpretati e sostenuti da figure di straordinaria umanità e coraggio. Tra queste personalità, che s’iscrivono a buon diritto nella tradizione dei “Santi Sociali” della nostra città, occupa un ruolo di assoluto riguardo Lia Varesio.
Lia Varesio è nata a Torino nel 1945 da una famiglia di forti tradizioni cattoliche ed è la fondatrice della Bartolomeo & C. Lia Varesio amava celebrare i compleanni dei barboni che incontrava e conosceva, ritenendolo il primo passo per restituire la dignità a chi l’aveva persa. Dare oggi un nome “reale” all’indirizzo di chi è senza fissa dimora, e vive quotidianamente questa situazione di fragilità e marginalità sociale, ritengo rappresenti un altro piccolo passo nella direzione da Lei tracciata, un punto fermo da cui provare a “ripartire”.
"E’ per queste ragioni che in data odierna, riprendendo una proposta di intitolazione formulata nel 2012, ho predisposto e inoltrato una nuova richiesta indirizzata alla nostra Commissione Toponomastica", ha spiegato il Vicepresidente Vicario del Consiglio Comunale della Città di Torino Enzo Lavolta.
Oggi, a distanza di 10 anni dalla scomparsa (11 marzo 2008) di Lia Varesio - “l’angelo dei barboni”, possiamo finalmente procedere, mi auguro senza esitazione, alla ridenominazione dell’attuale “Via della Casa Comunale 1” trasformandola in “Via Lia Varesio 1”.