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Economia e lavoro | 13 aprile 2018, 18:38

Contratto sanità, Bottega (Nursind) spiega a Torino le ragioni del no: "Chiediamo dignità"

Il segretario nazionale del sindacato infermieristico oggi in città per un convegno alle Molinette

Contratto sanità, Bottega (Nursind) spiega a Torino le ragioni del no: "Chiediamo dignità"

Lo aspettavano in tanti da diverso tempo, ma per gli infermieri il nuovo contratto sanitario non rispetta la dignità della loro categoria lavorativa.

Firmato lo scorso 23 febbraio dai sindacati, il  Contratto Collettivo Nazionale 2016-2018 stabilisce gli orari di lavoro che devono essere rispettati dal personale medico e le retribuzioni da erogare. Dopo uno stallo in cui la contrattazione nazionale era rimasta bloccata, il patto siglato è il quarto step seguito all'accordo tra il ministro Madia e le organizzazioni sindacali.

Sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil, è stato rifiutato dai sindacati autonomi di categoria, come il Nursind, che lamenta delle forti mancanze nella tutela dei lavoratori, dalla gestione dei turni, all'orario di lavoro, fino alla paga vera e propria. Un peggioramento del loro status, come ha dettagliatamente illustrato Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, nel corso di un incontro pubblico all'ospedale Molinette di Torino.

Avendo vissuto in prima persona le trattative nazionali fin dall'inizio, Bottega,  considerando anche le imminenti elezioni dei sindacati sanitaria, valuta questo no "come un modo per dare forza al sindacato di categoria".

"Aspettavamo con ansia questo contratto - spiega - e la scelta di non sottoscriverlo è una decisione che discrimina il sindacato. Avremmo anche potuto passare alla trattazione di secondo livello, ma così facendo oggi ciascuno di voi si assume l'impegno di portare gli infermieri a votare per il rinnovo delle Rsu.  Non volevamo tradire il mandato ricevuto".

Il Nursind punta l’indice soprattutto su alcuni aspetti di carattere normativo ed economico peggiorativi rispetto al precedente accordo, a cominciare dallo straordinario obbligatorio e destinato ad aumentare fino alla deroga ai riposi per i turnisti e per chi è in pronta disponibilità, passando per la negazione del diritto alla mensa a danno di  quest’ultima categoria e dei notturni. “E non tralasciamo - spiega Bottega - neppure la questione delle indennità, ferme al secolo scorso  e un aumento della precarietà nelle carriere organizzative e professionali che scaturirebbe dalle nuove regole”.

“Non ci saremmo mai aspettati - prosegue - un attacco così pesante a chi da anni lo sostiene stando in prima fila, a diretto contatto 24 ore su 24 con i malati e le loro sofferenze. Una cosa è certa: sarà sempre più difficile svolgere il nostro lavoro dopo la dura presa d’atto della scarsa valorizzazione ottenuta dall’intero comparto”.

Questa mattina la zona ospedaliera di Torino è stata interessata da una grande manifestazione che ha segnato il momento clou delle 48 ore di sciopero nazionale degli infermieri proclamate da Nursing Up. Così si è espresso il presidente Nursing up, Antonio De Palma: "Gli infermieri ci chiedono di andare avanti per far riaprire le trattative sul contratto nazionale, non possiamo come sindacato deludere le giuste istanze dei nostri colleghi".

"È finito il tempo delle chiacchiere vuote e delle decisioni prese sopra la testa dei lavoratori. A Torino rilanciamo con ancora più forza e decisione le ragioni della protesta, cominciata con lo sciopero del 23 febbraio e che continuerà con ulteriori azioni di lotta. Il contratto nazionale è fermo da 9 anni e la bozza proposta non ci soddisfa, anzi è inaccettabile. Per questo il Nursing Up, sindacato degli infermieri e per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, non ha firmato l'ipotesi presentata all'Aran e avallata da Cgil, Cisl e Uil".

"Noi non ci stiamo e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per far avere ai nostri professionisti il riconoscimento che spetta loro di diritto. Gli infermieri hanno capito che ora è il momento di tirare dritto per ottenere una giusta retribuzione in un quadro di regole certe e coerenti con quanto oggi è richiesto agli infermieri in termini di responsabilità e competenze".

Sulla protesta degli infermieri si è espresso anche Davide Bono, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: "No ad un contratto umiliante e penalizzante per la categoria degli infermieri. Si rinnova il sostegno alle battaglie degli infermieri che hanno proclamato due giornate di sciopero per un rinnovo equo e giusto del contratto che riconosca il loro ruolo fondamentale nella sanità. La categoria è costretta a lavorare in condizioni rischiose e a sopperire ai numerosi disagi derivanti dalla carenza di personale e deficit organizzativi assumendosi importanti responsabilità per garantire al cittadino il miglior servizio possibile".

"Bene quindi che Nursind e Nursing up non abbiano firmato un contratto pensato esclusivamente per ridurre al minimo le spese", ha concluso l'esponente del M5S.

Manuela Marascio

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