“Quando guardi le mie fotografie, stai guardando i miei pensieri”: questa la filosofia di vita e il senso dell’opera di Duane Michals, uno degli artisti contemporanei che ha rinnovato il linguaggio fotografico con maggiore intensità.
La sua arte, infatti, si pone in bilico tra fotografia e poesia, attivando, a partire dagli anni Sessanta, un approccio alla prima che non pretende di documentare il fatto compiuto, bensì il “momento decisivo”, affrontando gli aspetti fisici della vita.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Mapfre di Madrid, è suddivisa in percorsi tematici inerenti alle differenti modalità espressive gradualmente escogitate da Michals, oltre alle diverse serie realizzate su argomenti specifici nel corso del tempo.
Le sezioni sono le seguenti: “Unione Sovietica”, con una selezione di ritratti che segnano l’abbandono del lavoro grafico e l’avvio della carriera di fotografo; “Maestri”, un omaggio ai tre pittori che hanno maggiormente influenzato la visione artistica di Michals, ossia Balthus, René Magritte e Giorgio de Chirico; “Empty New York”, la prima opera importante dell’autore, in cui questi ritrae la città vuota e silenziosa di una domenica mattina; “Sequenze”, animate dallo scopo di superare i limiti dell’immagine individuale e “la frustrazione del fermo immagine”; “Foto-testo”, dove le fotografie includono frasi che Michals scrive a mano sulla carta fotografica e che costituiscono un complemento di ciò che non si scorge nell’immagine, ma che necessita di essere raccontato e condiviso, perché fondamentale ai fini della comprensione dell’opera; “Domande senza risposta”, ossia le domande filosofiche del fotografo spiegate con fotografie arricchite da lunghi testi manoscritti che indagano le questioni fondamentali dell’esistenza; “La casa che una volta chiamavo dimora”, in cui Michals utilizza la tecnica della doppia esposizione, strumento visivo che recupera la memoria delle sue origini e della sua famiglia; “Come la fotografia ha perso la sua verginità”, sulla deriva del mercato dell’arte contemporanea; “Immagini di un mondo fluttuante”, ovvero istantanee sotto forma di ventagli ispirate dalla tradizione popolare giapponese di Ukiyo-e; “Fotografie dipinte”, che vedono l’aggiunta di determinati segni ai vecchi ferrotipi, i quali danno nuova vita ai vecchi ritratti comperati nei mercati di strada, che il fotografo reinterpreta come protagonisti di un mondo creato a sua misura; “Lavoro su commissione”, con raffigurazioni di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo pensate per riviste prestigiose; e, infine, “Cortometraggi”, le ultime opere dell’autore in formato video, i cui contenuti spaziano dalla politica alla comunicazione interpersonale, tratteggiati con una grande creatività.
La mostra inaugurerà oggi, giovedì 3 maggio, alle ore 18, e sarà visitabile fino al 29 luglio.
















