Il movimento della tartaruga frecciata scende in piazza domenica per chiedere che abbia termine la pratica illegale del Suk.
Da sempre il mercato di ‘libero scambio’ del Suk genera critiche e malcontenti a causa degli episodi di criminalità e violenza che lo vedono costantemente protagonista. In questi giorni, però, il clima intorno a questo argomento è particolarmente rovente, a causa delle minacce ricevute dal promotore storico del comitato "No Suk" a Torino Nord, minacce che lo hanno costretto ad abbandonare la propria battaglia.
Così Matteo Rossino, responsabile provinciale di CasaPound: "Esprimo tutta la mia solidarietà ad Elio Biasi, persona splendida che ho avuto il piacere di conoscere e che ammiro per la determinazione con cui ha sempre condotto le battaglie contro questo scempio che è il Suk. Purtroppo Elio si è sentito completamente abbandonato dalle istituzioni e, in tutta onestà, non possiamo biasimare la sua scelta: l’Amministrazione comunale tutela i criminali a scapito degli onesti cittadini".
"Non basta cambiare nome ad una pratica criminale per addolcirla: Barattolo o Suk, non possiamo tollerare la sua presenza in nessuna zona di Torino. E' un canale incredibile di ricettazione in cui viene venduta merce rubata o ripescata dall'immondizia ed è un punto di aggregazione criminale, basti pensare che qualche mese fa fu teatro di un efferato omicidio in pieno giorno, in mezzo alla folla nei pressi del Parco della Colletta".
"Troviamo incredibile e sconfortante il fatto che l'Amministrazione cittadina non voglia chiudere questo covo ma spostarlo altrove. Per questo daremo battaglia: domenica 13 maggio, dalle ore 9, ci ritroveremo in via Carcano 20 per portare una folla di persone oneste e per bene a manifestare contro l'inciviltà".
Durissimo anche Marco Racca, coordinatore regionale del movimento della tartaruga frecciata: “Il Suk è l’esempio lampante del totale fallimento delle politiche immigratorie nazionali: persone illuse di trovare in Italia la Terra dell’oro, sono in realtà obbligate a rivendere immondizia per sopravvivere o, peggio, a commettere atti criminali di ricettazione e chissà cos’altro. Non è una scusante: va impedito a chiunque di deturpare Torino con i propri atti delittuosi. È ovvio che qualcuno guadagni da tutto ciò: ne sono riprova le minacce subite da Elio Biasi, a cui va tutta la nostra solidarietà".
"L’Amministrazione e la sindaca Appendino sono clamorosamente colpevoli di favorire la criminalità non impedendo questo scempio. Ormai siamo ridotti a sperare che la loro sia soltanto incompetenza... Ad ogni modo Torino necessita di una radicale svolta che difenda i torinesi di ogni quartiere. Chi specula sulle spalle della disperazione facendola passare per accoglienza e umanità domenica può provare a minacciare noi, se gli riesce”.