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Economia e lavoro | 14 maggio 2018, 10:02

#SalTo18: sono di oltre 29 milioni di euro le ricadute del Salone sull’economia del territorio

Sono stati esposti ieri i dati relativi alla valutazione dell’impatto economico e sociale della 30° edizione della manifestazione, condotta dall’Università di Torino

#SalTo18: sono di oltre 29 milioni di euro le ricadute del Salone sull’economia del territorio

Oltre 29 milioni di ricadute economiche e sociali, dirette e indirette, sul territorio della città di Torino: sono i dati relativi al 30° Salone Internazionale del Libro ed esposti ieri, presso lo stand di Città Metropolitana, nel corso della sua 31° edizione.

La valutazione è stata condotta dall’Università di Torino e ha visto tre filoni di ricerca, guidati dal professore Germano Paini, nell’ambito del “Progetto innovazione e competitività”: analisi del profilo dei visitatori e dell’impatto economico, affidato al Centro interdipartimentale di Studi Urbani e sugli Eventi Omero, con la supervisione di Piervincenzo Bondonio, Giovanna Segre e la collaborazione di Enrico Bertacchini; diagnosi dei sistemi relazionali della filiera editoriale e dei profili di fruizione da parte delle utenze professionali, condotto da LabNet – Laboratorio di Applied Network Science della Scuola di Amministrazione Aziendale, con la supervisione di Marcello Bogetti; e, infine, la valutazione dei contenuti social generati dagli utenti e svolta da Quaerys, in particolare da Sergio Scamuzzi e Giuseppe Tipaldo.

Tutti i dati hanno confermato una caratteristica: il 70% del pubblico risulta essere fidelizzato, “perciò questo significa che il Salone ha un suo valore”, ha affermato Mario Montalcini, già presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.

L’auspicio, allora, come hanno concordato i relatori, è quello che si possa definire un valore economico in senso lato della manifestazione, il cui valore morale è strettamente legato alla reputazione di un luogo: Torino e il Salone si sono, infatti, rafforzati reciprocamente.

Fondamentali, inoltre, le relazioni che sono scaturite nell’ambito della filiera editoriale, il cosiddetto “capitale sociale”, incubatore di nuove opportunità e di nuove idee, oltre che di una maggiore fiducia nel brand: in questo modo, infatti, il network costituitosi è più compatto e la filiera risulta essersi rafforzata.

Questa relazione è importante per avere una percezione dei dati raccolti – ha aggiunto Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino –, riguardanti una manifestazione divenuta ormai di carattere internazionale. Da sottolineare: la ricomprensione di tutti i profili professionali, il costo del biglietto, non più percepito dai visitatori come elevato, e, ancora, la durata della permanenza dei turisti, i quali soggiornano a Torino più a lungo e appositamente per il Salone del Libro”.

Un Salone che, come ha chiosato Antonella Parigi, assessora alla Cultura della Regione Piemonte, “è diventato un evento identitario di Torino, che coinvolge tutta la città e tutta la comunità: esso è divenuto il Salone di tutte le filiere del libro, che, in esso, si riconoscono”.

 

Roberta Scalise

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