Dieci famiglie provenienti da tutto il mondo, tra cui quella dell'ingegnere forestale e agricoltore valdostano Giorgio Elter, hanno fatto causa alla Corte di Giustizia Europea per i danni subiti dai cambiamenti climatici a causa dell'inefficienza delle politiche ambientali.
L'iniziativa si è sviluppata in tutto il continente grazie alla promozione del CAN (Climate Action Network) ed è stata presentata anche a Torino presso la sede locale di uno dei suoi promotori, l'associazione ambientalista Legambiente.
“Il nostro obiettivo è quello di riportare alla ribalta un tema ancora troppo lontano dalla percezione dei cittadini, partendo dal presupposto che le istituzioni non stiano facendo abbastanza per contrastarli” ha spiegato il presidente regionale di Legambiente Fabio Dovana. Ad illustrare, nel dettaglio, i motivi che hanno portato all'azione legale è stato invece il vice-presidente nazionale Edoardo Zanchini: “L'accordo di Parigi del 2015 non è all'altezza, servono obiettivi più ambiziosi perché gli scienziati hanno stimato un aumento di temperatura di 3,2° nei prossimi anni; l'Italia dovrà farsi sentire, soprattutto perché è soggetta a fenomeni come il dissesto idrogeologico e l'aumento di emissioni di CO2”.
A rischio ci sono anche le grandi città, come Torino: “Serviranno delle politiche di adattamento alle nuove condizioni climatiche – ha aggiunto Zanchini – pensiamo, ad esempio, alle ondate di calore estivo che provocano ogni anno sempre più morti: occorre riorganizzare le città”.
L'impatto dei cambiamenti climatici, se non contrastati adeguatamente, avrà conseguenze non solo sull'ambiente, ma anche sulle attività economiche. Giorgio Elter a Cogne produce alimenti biologici, gestisce un piccolo bed & breakfast, e da testimone privilegiato ha subito aderito con entusiasmo all'iniziativa: “Svolgendo attività legate all'agricoltura, all'equilibrio ambientale e al turismo, la percezione di quello che sta succedendo è molto concreta: l'aumento delle temperature, ad esempio, crea grossi problemi ad alcune coltivazioni; ogni anno, inoltre, osservo il progressivo scioglimento dei ghiacciai e il cambiamento della vegetazione spontanea. Il modello di sviluppo attuale sta mettendo a repentaglio gli ecosistemi, per questo mi sento di rappresentare moltissime altre famiglie” ha commentato.
Chiunque volesse sostenere “People's Climate Case” può farlo sottoscrivendo una petizione online, lanciata dai promotori a questo link: act.wemove.eu/campaigns/i-cittadini-contro-l-ue-2
Per maggiori informazioni consultare il sito peoplesclimatecase.caneurope.org