Si chiama Officine Edison il nuovo pezzo di quel puzzle dell'innovazione che si compone giorno dopo giorno in una porzione di Torino che sta diventando una vera city tecnologica, a pochi passi dal Politecnico e della sua cittadella. Si trova al terzo piano dell'Energy Center di via Borsellino e si propone grandi obiettivi per il futuro. Fare ricerca, ovviamente, spaziando tra tecnologie e sviluppo, in una cornice sempre più condizionata da cambiamenti climatici e trasformazioni socio-economiche.
"Per noi è un polo di riferimento per l'attività energetica del nostro gruppo - sottolinea Marc Benayoun, ad di Edison - che è centrale per il business che perseguiamo. Qui c'è l'humus adatto, tra sostenibilità e innovazione. Un modello di eccellenza che ha saputo coniugare nel tempo aziende, istituzioni e ambiente accademico". "L'Energy Center nasce con questo orizzonte, per creare una cittadella dell'energia in completa sintonia con Edison"."Bisogna accompagnare il territorio in un momento di transizione molto importante come quello che stiamo vivendo in questi anni, soprattutto cercando di lasciare questo mondo un po' migliore alle nuove generazioni".
"Contiamo di fare innovazione in queste officine, soprattutto per quanto riguarda il data science - spiega Claudio Serracane, direttore ricerca e sviluppo di Edison - come sta accadendo per la modellazione energetica degli edifici, in collaborazione con il Politecnico. Qui sarà ospitato anche il master di secondo livello sull'efficienza energetica".
"Qui si incontrano i saperi dell'ateneo del Politecnico con la capacità di regia degli enti pubblici fino alle fondazioni bancarie e agli operatori privati", commenta Sergio Chiamparino. Che aggiunge: "Prosegue un cammino iniziato nel 2005 con la visione di una cittadella che crescesse con imprese importanti intorno al Politecnico, da General Motors in poi. Fu un'idea dalla potenzialità strategica enorme e oggi ne è una dimostrazione".
E di territorio parla anche l'assessore comunale all'Ambiente, Alberto Unia: "Si sviluppa un ambiente virtuoso che incrocia le grandi aziende con chi fa ricerca. E qui si costruisce qualcosa di importante, soprattutto sull'efficienza energetica, perché l'energia più importante è quella che non usiamo e risparmiamo". "Qui si possono dare impulsi importanti alla città ed è fondamentale che le istituzioni siano presenti fisicamente all'interno di questa realtà, per creare una sinergia ancora più stretta".
"Siamo di fronte a un nuovo tassello che si inserisce in quell'Energy Center cui abbiamo dato il nostro appoggio come fondazione - sottolinea il presidente di Fondazione CRT, Giovanni Quaglia - e che arricchisce quella che fu una visione importante per il territorio, dove si è osato e ora si vedono risultati positivi". "Il termine Officine, poi, richiama le vicine Ogr - aggiunge - restituite alla città come officine delle idee e non più di treni. Con l'apertura della Manica Sud, si caratterizzano come hub internazionale della ricerca scientifica e tecnologica industriale. Dunque in perfetta sintonia con Energy Center: creeremo ponti con gli Usa e la Silicon valley, con laboratori, acceleratori di impresa e ambienti di ricerca sui big data".
Chi può dire a buon diritto di esserci stato fin dall'inizio di questo cammino di rigenerazione urbana e di vocazione innovativa è Francesco Profumo, oggi presidente di Compagnia di San Paolo e allora rettore del Politecnico: "La visione fu quella di creare una zona vivibile, dove i ragazzi potessero alternare le mattine in aula e il pomeriggio in azienda. È stato prezioso l'aiuto di tutti, anche quando sembrò che l'Energy Center dovesse nascere in un'altra zona di Torino. Mentre è importante che sia qui. Ed è giusto che sia una realtà distinta dal dipartimento Energia del Politecnico, perché là si fa ricerca e qui si fa trasferimento. Con Officine, poi, si mantiene quella componente manifatturiera della nostra città, dove cresceranno artigiani moderni dell'innovazione". "Sarà importante - conclude - coinvolgere anche i piccoli centri del territorio, Comuni e realtà che da soli, probabilmente, non possono affrontare queste sfide da soli".
A chiudere il cerchio, proprio il Politecnico di Torino, per voce di Patrizia Lombardi, prorettrice dell'ateneo, unica voce femminile nel contesto: "Questo traguardo è il frutto di un processo lungo che ha coinvolto diversi attori. Ora è fondamentale portare un contributo per far funzionare le varie attività nella transizione energetica dei nostri territori". "Il Politecnico ha voluto fortemente l'Energy Center - prosegue - che agisce in maniera complementare all'ateneo e che porta una visione lungimirante che faccia da raccordo per tutti i settori che lavorano in questo ambiente. La contaminazione dei saperi per far progredire la ricerca riguarda anche la formazione e con il nuovo governo di ateneo stiamo mettendo in opera corsi che siano innovativi anche da questo punto di vista, creando competenze che siano a loro volta innovative, visto che nel prossimo futuro 9 mestieri su 10 non sono ancora noti oggi".
"Edison ha fatto un investimento importante, non solo in termini economici, sul nostro territorio. Questo sarà un luogo importante per affrontare le nuove sfide: un ecosistema cui il Comune contribuirà trasferendo qui l'Energy manager", commenta il sindaco di Torino, Chiara Appendino.