"Nella mia vita, che è stata lunga e travagliata, ho sempre coltivato un principio: quello di non arrendermi". Lo ha detto Bruno Segre, decano dei giornalisti torinesi, che ha festeggiato ieri al Circolo della Stampa il suo centesimo compleanno.
"Sono felice e orgoglioso di conoscere questo ragazzo di cent’anni animato da una grande passione per la vita, che è stato sul punto anche di perdere, sempre in difesa della libertà e della democrazia", ha commentato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti, intervenuto all’incontro.
"Bruno Segre è un uomo straordinario - ha proseguito Boeti - e sentirlo parlare è come affacciarsi a una porta o a una finestra aperta sull'Italia del Novecento. Lui è stato partigiano, ha vissuto la crudeltà della caserma di via Asti. E' stato avvocato obiettore di coscienza e poi giornalista. Ma nonostante i 100 anni continua a essere un ragazzo. Io credo che continuerà a essere per tutta la sua vita un uomo libero e senza vincoli".
Segre, dopo aver citato a memoria il verso di Orazio "Non omnis moriar" ("Non morirò completamente"), ha tracciato un bilancio positivo della sua esistenza e ha voluto anche fare un annuncio a sorpresa: "Ho deciso di donare una parte consistente della mia collezione filatelica, comprendente francobolli del Regno d’Italia e della Repubblica all’Archivio storico del Comune di Torino".