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Attualità | 05 novembre 2018, 13:35

Emergenza bosco, da Torino un appello al Governo: "Servono fondi e prospettiva"

Ciancio, docente e organizzatore del IV Congresso nazionale di Selvicoltura: "C'è un linguaggio che bisogna imparare ad ascoltare e rispettate. Porta si urezza, risparmi e occupazione"

Emergenza bosco, da Torino un appello al Governo: "Servono fondi e prospettiva"

"Il bosco ha un suo linguaggio, bisogna saperlo ascoltare. E soprattutto ha dei diritti che bisogna rispettare e che portano benefici a tutti". L'accento toscano scandisce l'entusiasmo e la forza degli argomenti di Orazio Ciancio, docente di Assestamento forestale e Silvicoltura e organizzatore con l'Accademia italiana di Scienze forestali del IV Congresso nazionale di Selvicoltura, a Torino Incontra da oggi fino al 9 novembre. 

E quanto i temi del congresso siano di estrema attualità lo confermano due elementi diversi, ma uniti da un filo rosso: le recenti immagini della devastazione di alberi che arrivano dalla terre del Nord Est italiano (in continuità con i roghi che hanno divorato la Valsusa lo scorso anno) e la presenza all'inaugurazione del ministro dell'ambiente, Sergio Costa. 

Proprio l'esponente dell'esecutivo sarà l'interlocutore per le proposte che il congresso porta con sè. "Attualmente la legge forestale non dà fondi, ma rimanda le Regioni a richiedere risorse all'Europa, ammesso che poi vengano spese e non tornino indietro - dice Ciancio - in realtà bisognerebbe equiparare il bosco al bene casa, contribuendo alle spese per la sua manutenzione e cura che altrimenti ha costi troppo elevati e non viene fatta".

E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. "Incendi e devastazioni come quelli che hanno colpito il Piemonte lo scorso anno e attualmente il Nord Est potevano essere evitate o almeno limitate con la cura del bosco. E facendo i conti si scoprirebbe che la spesa per lo Stato, facendo prevenzione, sarebbe decisamente inferiore alla conta dei danni. Inoltre si creerebbe una nuova possibilità occupazionale, riportando la gente nei boschi e ripopolando anche zone abbandonate. Un grande circolo virtuoso".

La stessa Accademia di propone come interlocutore: "Se il ministro vuole, possiamo delineare i principi guida su cui basarsi per i futuri decreti attuativi della legge".

La tappa di Torino, la quarta nella storia del Congresso, arriva dopo la prima edizione (1954) a Firenze, seguita da quella del 1998 a Venezia, quando si decise per una cadenza decennale. E così, dopo Taormina 2008, la città della Mole ha sbaragliato la concorrenza di altre candidature, anche perché rappresentante del Nord Ovest del Paese. "Siamo un arcipelago forestale - commenta Ciancio - perché, a differenza di tanti altri Paesi, abbiamo una grande varietà di piante e alberi da tutelare con i loro diritti. Il bosco va inteso come sistema nel suo insieme (la cosiddetta "Italian Forest theory"), trattato e considerato come gli altri esseri viventi".

Inaugurato oggi, il Congresso si svilupperà con numerose sessioni e interventi fino a venerdì 9 novembre, con le escursioni a Salbertrand e a Trino, nel Vercellese.

Massimiliano Sciullo

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