Nelle Sale Palatine della Galleria Sabauda di Torino apre la mostra "Van Dyck. Pittore di corte". Attraverso un percorso espositivo in quattro sezioni, 45 tele e 21 incisioni, emerge il rapporto che l'artista ebbe con le corti italiane e europee. Le opere del miglior allievo di Rubens sono un modo per entrare nell'universo seicentesco, per scoprire le ambizioni dei personaggi che si fecero ritrarre dalla "gloria del mondo". Proprio in Italia Van Dyck soggiornò per sei anni, dal 1621 al 1627, dove poté approfondire lo studio dell'arte italiana e in particolare quella veneta, avviò i contatti con l'aristocrazia genovese, i sovrani torinesi e i duchi di Firenze.
La prima sezione è dedicata alla formazione del giovane artista e al suo rapporto con Rubens, mentre la seconda si sofferma sull'attività del pittore fiammingo in Italia. Il percorso espositivo prosegue poi con gli anni anversesi presso la corte di Isabella Clara Eugenia, mentre la quarta illustra l'attività di Van Dyck presso la corte di Carlo I. "L'omaggio al pittore di Anversa- ha commentato la Direttrice dei Musei Reali di Torino - diviene lo strumento per far meglio conoscere le collezioni dei Musei Reali, ma anche l'occasione per riannodare il filo della storia intorno alle trasformazioni della residenza, alle diverse funzioni svolte dai suoi arredi nel corso dei secoli, oltre ai rapporti che legavano Torino ai Paesi Bassi e alle principali corti d'Europa". L'esposizione rimarrà aperta fino al 17 marzo 2019.