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Attualità | 25 novembre 2018, 10:52

Il viaggio di Ulisse per superare le "colonne" dell'Alzheimer: il castello di Miradolo diventa un modello

Grande successo per il progetto che punta alla fruizione del parco e degli spazi museali per persone affette da demenza senile. Protagonisti i ragazzi delle superiori

Il viaggio di Ulisse per superare le "colonne" dell'Alzheimer: il castello di Miradolo diventa un modello

La metafora del viaggio di Ulisse e un incontro tra studenti e anziani di una casa di riposo per superare l’Alzheimer, godendo di un Castello e del suo parco, come un visitatore qualsiasi. La Diaconia valdese e la Fondazione Cosso hanno messo in piedi un progetto che servirà da modello per il territorio: la sfida era rendere fruibile a persone affette da demenza senile uno spazio museale e un incantevole parco come quelli di Miradolo a San Secondo di Pinerolo.

L’iniziativa fa parte del percorso che la Diaconia valdese ha iniziato a Torre Pellice e Luserna San Giovanni, con una sessantina di associazioni, enti e negozi che sono diventati “Amici della demenza”. La prossima tappa, già individuata, sarà Pinerolo.

“La collaborazione con la Fondazione Cosso ci ha permesso di fare un salto in avanti e assegnare il bollino ‘Amico della demenza’, anche a una realtà che non è un negozio e non eroga dei servizi, ma regala al pubblico emozioni e sentimenti”, commentano dalla Diaconia.

Il progetto Ulisse ha visto impegnati una quindicina di ragazzi del Liceo Porporato di Pinerolo e una decina di ospiti del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni (dalla settantina di anni fin sopra gli 80). I ragazzi sono stati formati dagli operatori della Diaconia e hanno ideato un percorso sensoriale ed emozionale per far godere agli anziani una visita alle bellezze di Miradolo.

Le tappe sono state 5 come i sensi, in un percorso ad anello che è stato realizzato venerdì scorso: “Gli studenti hanno vestito i panni di Ulisse, Polifemo, le Sirene, Penelope e Argo e hanno guidato gli anziani, coinvolgendoli nella visita – entrano nel dettaglio dalla Diaconia –. Gli ospiti del Rifugio hanno cantato, toccato scatole fatte con diverse stoffe, annusato spezie, disegnato e fatto merenda con quello che amano mangiare”. Un percorso giocato sull’evocazione e la capacità di emozionare, perché gli anziani hanno spiegato ai ragazzi come ciò che rimane loro più impresso è ciò che tocca i loro sensi.

La speranza della Diaconia è di aver creato un precedente e che altre realtà del territorio seguano la Fondazione Cosso: “Sarebbe bello che le famiglie che hanno anziani malati di Alzheimer non si debbano più preoccupare di portarli in un museo in un parco o in un palazzo storico, perché sanno che ci sono percorsi studiati apposta per loro”.

Marco Bertello

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