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Economia e lavoro | 07 dicembre 2018, 13:37

Comital, la cassa integrazione è ferma al palo: l'ira dei sindacati. E dopo Hag, per Di Maio si profila una doppia sconfitta

La Fiom-Cgil: "Nonostante le promesse del Governo, ad oggi non è stata avviata la richiesta". Fim: "Lavoratori presi in giro due volte". Uilm: "Vicenda gestita come una campagna elettorale"

Comital, la cassa integrazione è ferma al palo: l'ira dei sindacati. E dopo Hag, per Di Maio si profila una doppia sconfitta

Se fosse un giocatore di basket impegnato ai tiri liberi, per il vicepremier Luigi Di Maio si tratterebbe di un 0/2 allo scadere, con esiti decisamente negativi per la "squadra", in questo caso tutto il tessuto produttivo di Torino e provincia. Perché se sono passate diverse settimane da quel 31 ottobre in cui il leader a Cinque stelle era venuto a Torino con l'aura del "salvatore", promettendo soluzioni per i dipendenti della Comital e Lamalu ormai allo stremo e garantendo interessamento anche per Hag, a pochi giorni dal Natale la vicenda Hag si è chiusa con incentivi all'esodo e formazioni per ricollocazione (ma lo stabilimento è destinato a scomparire dalle mappe) e Comital-Lamalu vedono avvicinarsi lunedì 10 dicembre con un gusto in bocca che va ben oltre l'amaro della beffa.

Lunedì, infatti, scade la procedura di licenziamento collettivo avviata dai curatori fallimentari per tutti i 119 dipendenti di Comital e Lamalù, e ad oggi non è stata avviata la richiesta di cassa integrazione, nonostante gli impegni del governo e dello stesso Di Maio nella sua passerella a Torino, in quanto al decreto, che esclude oneri per le aziende in procedura concorsuale, non è ad oggi seguita la circolare attuativa". A spiegarlo sono Julia Vermena e Federico Bellono della Fiom di Torino.

"È inaccettabile e incomprensibile - spiegano - che si aprano ulteriori difficoltà, per lavoratori che da giugno sono senza alcuna copertura retributiva e contributiva. E che dopo l'incontro del 31 ottobre in Regione, alla presenza del ministro Di Maio, hanno pensato di aver acquisito una soluzione, per quanto temporanea e parziale, alla propria drammatica situazione".

Caustico anche il commento di Fim: "I lavoratori sono stati presi in giro due volte, la prima da DiMaio e la seconda da chi gli ha detto di fidarsi di DiMaio" mi auguro che  ora il Ministro faccia la direttiva applicativa con urgenza perché non abbiamo solo il caso Comital ", dice Claudio Chiarle, segretario provinciale dei metalmeccanici di Cisl.

E aggiunge Dario Basso, segretario provinciale di Uilm: "Ci pare una vicenda gestita come una campagna elettorale: molti annunci e zero riscontri concreti. Il ministro Di Maio a Torino aveva garantito che la soluzione era stata trovata, esigiamo che le promesse vengano mantenute. I lavoratori avevano creduto a quegli impegni, ma da 6 mesi non hanno stipendio né ammortizzatori sociali. Non possono attendere oltre".

Nel frattempo la Regione Piemonte ha convocato le parti per lunedì 10 alle 15 presso l’Assessorato al lavoro in Via Magenta 14 a Torino. "Non è automatico - spiegano ancora i vertici di Fiom-Cgil - che da lunedì debbano partire le lettere di licenziamento". Questa, alla fine, è l'unica (forse l'ultima) speranza cui i lavoratori possono aggrapparsi per resistere alla loro disperazione. "“In relazione alla vicenda Comital – dichiara l’assessora al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero – lunedì scadono i termini della procedura di licenziamento collettivo ed è necessario, alla luce del quadro normativo delineato in seguito all’approvazione del cosiddetto Decreto Genova, fare il punto della situazione, verificando l’applicabilità, garantita dal Governo nell’incontro di fine ottobre in Regione, della cassa integrazione per cessazione ai lavoratori delle due aziende”.

M.Sci

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