Non è più Premier, né segretario del Pd, ha detto di parlare da senatore, anzi da semplice cittadino. Ma Matteo Renzi, intervenuto stasera al centro sociale Grosa di Nichelino per presentare il suo ultimo libro “Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani”, ha lanciato autentiche bordate al governo gialloverde: “E’ fatto da incompetenti e cialtroni, stanno facendo arretrare l’Italia”.
Nel giorno, per lui amaro, in cui i genitori finiscono agli arresti domiciliari per il fallimento di tre cooperative, dopo aver difeso la sua amicizia con Sergio Marchionne, (“io non sono mai stato suo schiavo, sono solo dalla parte di chi crea nuovi posti di lavoro”), Renzi è entrato a gamba tesa nei confronti dell’esecutivo: “Questo Governo se non si rende conto che deve intervenire sulla politica economica, combina un macello. Continuando così, Di Maio diventa il ministro della disoccupazione”. Alcune centinaia di persone hanno gremito la sala, sottolineando con lunghi applausi i suoi interventi.
“Continuando con queste politiche si porta l’Italia alla recessione, anzi siamo già in recessione”, ha detto Renzi. “Operando certe scelte diamo la botta finale alla Fiat e a chi crea posti di lavoro, gli diamo alibi per potersene andare. Siamo in recessione perché se blocchi le infrastrutture non si va da nessuna parte, le opere pubbliche servono”.
Da lì alla Tav il passo è stato breve: “Il no all’alta velocità è vergognoso, perché è la contraddizione con tutto quello che si è detto di voler fare per migliorare la qualità ambientale”. Poi ironizza sul ministro Toninelli e sottolinea: “La vera analisi costi benefici l’abbiamo fatta noi, riducendo di 3 miliardi il costo dell’opera, recuperando 50 chilometri del vecchio tracciato e permettendo all’Italia e alla Francia di ridurre i tempi per terminare i lavori”. Poi l’affondo più deciso: “Qui invece abbiamo un governo che baratta tutto: io ti do la Tav, se tu mi dai l’autorizzazione per Salvini, se io ti do l’autonomia. E’ vergognoso. Facile dire che è tutta colpa di quelli di prima, di Renzi”.
Infine rivendica la scelta degli 80 euro e dice no al reddito di cittadinanza: “Bisogna mettere più soldi in tasca al ceto medio. E smettiamola di dire che il M5S è un partito di sinistra”. E mentre molti dei presenti gli chiedevano di tornare in pista, ad ascoltarlo in prima fila c’era il leader dei Moderati Mimmo Portas, l’ex senatore dem Stefano Esposito ed Emma Bonino dei Radicali +Europa.
Mancavano, invece, i padroni di casa. Non si sono visti né il sindaco Tolardo (indipendente di centrosinistra), né l’assessore Diego Sarno (in passato renziano), fedelissimo del primo cittadino, appartenenti all’area della sinistra ma nell'ultimo periodo su posizioni distanti rispetto a quelle dell’ex leader del Pd.