Prosegue il cammino di riqualificazione dei territori e degli edifici militari presenti a Torino. Questa volta, a finire al centro del mirino di un laboratorio di idee, è la Caserma Riberi, ex ospedale militare a un passo da Piazza d'Armi. E ad ascoltare, insieme alla sindaca Chiara Appendino e al rettore del Politecnico, Guido Saracco, c'è anche la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta.
"La Difesa è un bene pubblico e risorsa del Paese e dal fare sistema deriva anche un concetto diverso di sicurezza nazionale - ha detto l'esponente del governo Conte - oltre a contribuire a una migliore qualità urbana e della vita. Con il Politecnico prosegue ormai da anni in rapporto fruttuoso in ambiti di comune interesse". "Abbiamo avviato da tempo su scala nazionale un ragionamento sulla gestione migliore del patrimonio militare, ascoltando anche le esigenze dei singoli territori e in questo senso la collaborazione con il Politecnico è preziosa e prestigiosa".
"Volgiamo dare una nuova funzione a luoghi della nostra città che una volta erano caserme ene l che potrebbero invece assumere un nuovo ruolo", ha spiegato Saracco. "Si tratta di luoghi potenzialmente interessanti a uso didattico, come collegi universitari". "Ci sentiamo profondamente italiani - ha aggiunto il rettore - e vogliamo dare il nostro contributo a questa società, anche con azioni come queste".
"È importante per una comunità come la città di Torino mettere al centro il recupero di spazi di cui riappropriarsi invece che rischiarne l'abbandono. Un recupero come comunità e non calato dall'alto, perché degli effetti di quello spazio ne godranno i cittadini innanzitutto", ha detto la prima cittadina Appendino. "Bisogna guardare nel medio e lungo periodo, nonostante come enti locali ci tocchi spesso ragionare in situazioni di emergenza. E se un giorno i piani della Difesa dovessero cambiare, noi saremo pronti alla sfida per dare una nuova vocazione a quell'area".
La Riberi è in uso e resterà in uso alla Difesa e sono stati avviati dialoghi con il Politecnico per analizzare la parte strutturale e quella dei consumi energetici. Ma soprattutto gode di una posizione baricentrica rispetto a strutture come la Facoltà di Economia, il Politecnico, piazza D'Armi e un quartiere popoloso come Santa Rita.
Tante le ipotesi avanzate dagli studenti del Politecnico, tra linee più conservatrici e altre più rivoluzionarie in termini di volumi e demolizioni. "Soluzioni che possano migliorare la qualità della vita agli utenti di questi spazi - ha detto il direttore Dipartimento Architettura e Design, Paolo Mellano - questo è il nostro modo di fare trasferimento tecnologico. Sia in una prospettiva di mantenimento di questi luoghi per la Difesa, sia per eventuali e diverse destinazioni future".