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Scuola e formazione | 28 febbraio 2019, 13:03

Anche i centri sociali diventano oggetti di studio da parte dei progetti dell'Università. E l'UE ci mette 4 milioni di euro

Due i progetti finanziati da Horizon2020, che analizzano e supportano le iniziative che la gente ha sviluppato in autonomia sul territorio, dal basso, per rispondere alle difficoltà economiche

Anche i centri sociali diventano oggetti di studio da parte dei progetti dell'Università. E l'UE ci mette 4 milioni di euro

Quattro milioni di euro dall'Europa per sostenere i progetti di ricerca dell'Università di Torino. Sono quelli che hanno meritato gE.CO Living lab e CO3, messo in campo dal dipartimento di Giurisprudenza e da quello di Informatica.

Su di loro ha acceso riflettori Horizon 2020 sul tema dei beni comuni e delle iniziative di auto-organizzazione dei cittadini, soprattutto in risposta alle difficoltà della crisi economica. "Sempre più spesso nelle nostre città la trasformazione economica porta trasformazioni sociali e urbanistiche, con intere aree abbandonate e da riqualificare", dice Alessandra Quarta, ricercatrice e coordinatrice del progetto gE.CO.

"Noi vogliamo dare il nostro contributo proprio per dare risposte a quei cittadini che vogliono partecipare a questi recuperi e vogliono fornire nuove risposte ai bisogni sociali, come gli orti urbani, i gruppi d'acquisto e altre attività ancora".

"gE.CO Living lab - prosegue - vuole studiare a livello giuridico come si organizzano i cittadini in queste iniziative di autonomia. Vogliamo innanzitutto fare una mappatura e poi dare competenze a queste forme di solidarietà, in modo che le si possa replicare dove possibile, se non addirittura creare uno standard".

In questa mappatura, "partiamo anche dallo studio di situazioni nate nell'illegalità, come alcuni casi di occupazione, dove si sono poi sviluppate forme di organizzazione e di servizio dal basso", dice Quarta, "come tante ce ne sono a Barcellona oppure in Grecia". I partner in questo lavoro vanno dalla Spagna alla Grecia, Paese che ha pagato un conto salato alla crisi, passando dal Belgio. Il progetto è partito da pochi giorni con il primo milione di euro di finanziamento e avendo la meglio su altre 18 candidature in tutta Europa.

Complementare a gE.CO è il progetto CO3, che vuole sviluppare e testare tecnologie informatiche che permettano di sostenere i cittadini in queste opere di auto organizzazione. "Qui le parole d'ordine sono First Life, social che mette in comunicazione realtà e reti sociali che appartengono alla stessa area geografica - dice il professor Guido Boella, alla guida di CO3 - LiquidFeedback è invece una piattaforma per la democrazia diretta che permetta al cittadino di concorrere al processo decisionale fin dall'inizio, per poi valutarne i risultati.

Infine l'ormai immancabile blockchain, non più prestata alle valute virtuali, ma allo scambio tra le diverse realtà coinvolte di beni e servizi che sono in grado di fornire. Infine anche la realtà aumentata, che attraverso il visore di uno smartphone permetterà di rilevare le diverse iniziative sul territorio, quando lo si inquadra.

CO3 sarà sperimentato a Parigi e ad Atene, oltre che a Torino, facendo affidamento anche sulla rete delle Case di Quartiere.

Massimiliano Sciullo

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