Agguerriti, concentrati sull'obiettivo finale, ma ciascuno con le proprie armi per arrivare al traguardo. L'impressione, dopo il primo confronto "a tre" in vista delle elezioni Regionali del 26 maggio, è piuttosto netta: Giorgio Bertola, Sergio Chiamparino e Alberto Cirio - in rigoroso ordine alfabetico - sono pronti a scendere nell'arena della campagna elettorale ben sapendo i confini all'interno dei quali potranno muoversi, per convincere i cittadini a votarli.
E le Assise 2019 di Confindustria Piemonte sono stati un primo banco di prova in cui le singole peculiarità sono emerse con chiarezza. Se diventeranno una tendenza, lo potranno dire soltanto le prossime settimane, con la prova del nove fissata per il 14 maggio quando i tre si ritroveranno proprio negli spazi dell'Unione Industriale di Torino prima di concentrarsi sugli ultimi giorni prima delle urne.
Sergio Chiamparino: il vecchio leone
Il governatore uscente parte da una posizione decisamente meno "agile" per poter affrontare questa campagna elettorale. Essendo alla guida dell'amministrazione uscente, infatti, più che attaccare il presidente si trova nella condizione di difendere, ribadire, sottolineare, ricordare e rivendicare ciò che è stato fatto negli ultimi cinque anni. Questo, ovviamente, lo limita un po' nei movimenti. Ma compensa con quella che è sempre stata una caratteristica della sua comunicazione: l'azzerare la distanza da chi ascolta, ricorrendo a modi di dire, proverbi, citazioni in piemontese e qualche battuta qui e là. Un repertorio cui ha attinto anche nel confronto con gli industriali piemontesi.
Alberto Cirio: l'europeista
Posizione diametralmente opposta, quella di Alberto Cirio. Partendo da una situazione di opposizione, con il centrodestra, gli viene decisamente più comodo l'affondo. Anche se in realtà - almeno nel suo primo confronto in sede confindustriale - ha scelto più un profilo istituzionale, andando ad attingere al suo bagaglio di esperienze da eurodeputato e dunque fornendo una propria visione (attuale e programmatica) delle cose sempre in una chiave molto internazionale, vista Bruxelles insomma. Nel caso della platea di oggi, poi, giocava sicuramente in casa, dovendosi rivolgere a industriali come lui. E non ha mancato di ribadirlo. Il tutto mescolato a un gran brio ed entusiasmo.
Giorgio Bertola: l'outsider
Ancora diversa la posizione da cui l'esponente di M5S è partito a condurre la sua campagna elettorale per la poltrona di governatore del Piemonte. Come è tipico del background grillino, ovviamente l'arma è quella della critica pungente e affilata nei confronti di chi sta alla guida dell'amministrazione, senza risparmiare affondi sui temi più spinosi. Su tutti, poi, restano al centro dell'attenzione quelli che sono gli argomenti-forti del Movimento, da quota 100 declinata alla piemontese fino alla mobilità sostenibile e senza dimenticare il no alla Torino-Lione, vero totem della sua parte politica. Allo stesso tempo, la strategia d'attacco è in parte mitigata dal fatto che, i Cinque Stelle, sono al governo del Paese da quasi un anno.
Rimasti fuori dal "duello" di oggi, oppure appena sfiorati in mezzo a tanti temi più strettamente economici, di sicuro nelle prossime settimane entreranno nel dibattito e nella campagna elettorale altri argomenti di confronto tra i tre candidati: a cominciare dalla Città della salute, l'ospedale di Verduno, il trasporto pubblico locale oppure i conti economici da cui si è trovata a doversi muovere la giunta uscente, compresa una Sanità sotto Piano di rientro.