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Palloncini colorati volano nel cielo terso sopra Mirafiori, nel primo, caldo pomeriggio che preannuncia l'estate e la fine delle lezioni. All'interno della parrocchia Redentore, in piazza Livio Bianco, decine di bambini circondano l'arcivescovo Cesare Nosiglia, cantando e ridendo.
È l'atmosfera che si respira attorno alla scuola "Giovanni Vidari", che da mesi combatte contro la minaccia di non veder partire una nuova classe prima nel prossimo anno scolastico. Il motivo, la carenza di iscritti per il prossimo ciclo d'istruzione primaria. "Conosco molto bene il quartiere dal punto di vista storico e sociale", ha dichiarato Nosiglia aspettando i piccoli studenti all'uscita di scuola. "So bene il valore umano che custodisce. Chiudere una scuola significa farlo morire ancora di più".
"Dobbiamo reagire cercando di far capire quanto sia importante custodire questo presidio. Bisogna ascoltare la gente. Si parla sempre di periferie, ma poi si fanno scelte contraddittorie, e concretamente vengono abbandonate. Così i genitori sono costretti ad arrangiarsi e andare altrove".
"Concretamente - ha concluso - bisogna valorizzare di nuovo l'istituto e renderlo di qualità. Senza, il quartiere si impoverisce. Vogliamo che continui a essere un punto di riferimento per tutti". L'arcivescovo è quindi intervenuto all'assemblea pubblica convocata dal comitato dei genitori con il parroco del Redentore, don Alberto Savoldi. Presenti anche diverse associazioni operanti sul territorio, come Sportidea Caleidos, Mentelocale e Anpi. Assente, invece, l'amministrazione comunale.
Tanti i messaggi lanciati a favore del ruolo svolto dalla scuola negli anni, che da sempre ha come bacino d'utenza le case popolari di Mirafiori Nord e, negli ultimi tempi, moltissime famiglie straniere. Ha ricordato la presidente della Circoscrizione 2 Luisa Bernardini: "Questo quartiere aveva una certa nomea tanti anni fa, ma poi ha vissuto una profonda riqualificazione urbana e sociale. Tutti interventi che hanno permesso di ricreare la comunità. La circoscrizione ha sempre investito per favorire la rete sociale".
"Chiudere una scuola come la Vidari in questo momento significa buttare all'aria tutto ciò che finora è stato fatto. Sono molto felice di questa mobilitazione perché ci rende nuovamente vivaci e attivi. Gli effetti della chiusura sarebbero devastanti per il territorio".
Manuela Marascio
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