Il latte sale in quota. In senso stretto. Merito dell'accordo tra Coldiretti Piemonte, Inalpi e Agrap, la sigla che rappresenta circa 80 dei 200 rifugi di montagna presenti in Piemonte. In base a questo accordo, insomma, anche queste particolari strutture ricettive faranno uso di prodotti di filiera piemontese, di qualità garantita.
"Si tratta di un accordo che conferma la nostra forte collaborazione ormai decennale con Inalpi - dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte - che dà lustro e riconoscimento a un settore che ora ha un prezzo indicizzato, un premio sulla qualità e un accompagnamento verso standard di qualità sempre più elevati per i nostri allevatori. Adesso non siamo più un passo indietro alla Lombardia e gli stessi allevatori e produttori hanno il giusto riconoscimento per quella che per loro è anche una funzione sociale. E il nostro lavoro è sostenuto e rafforzato anche da Compral latte".
"Non bisogna mettere la filiera e i fornitori in condizioni difficili, soprattutto se si vuole garantire bontà e sicurezza alimentare - concorda Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi - e in questo caso vogliamo anche sopperire a una grande necessità dei rifugi piemontesi, contribuendo a dare valore ai produttori piemontesi. E con il latte in polvere e l'acqua di montagna sarà possibile fare apprezzare a tutti i frequentatori dei rifugi la qualità, ma anche la sostenibilità dei prodotti".
[Nel video: Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Piemonte; Ambrogio Invernizzi, presidente Inalpi; Massimo Manavella, presidente Agrap e Bartolomeo Bovetti, Compral Latte]
In Piemonte si contano in tutto 221 rifugi. Di questi Agrap ne rappresenta oltre 80 ed è l'unica associazione che rappresenta questo mondo, mentre il CAI rappresenta i proprietari dei rifugi. "Le nostre strutture sono da sempre molto radicate nel territorio e da sempre si cerca di usare prodotti di alpeggi vicini o comunque della zona. Ma a volte non si riesce a soddisfare l'intera necessità della struttura e soprattutto non possiamo somministrare prodotti non pastorizzati. Ecco perché abbiamo trovato in Inalpi il partner adatto", spiega Massimo Manavella, presidente di Agrap.
E il futuro promette sviluppi ulteriori. "È l'incontro tra necessità diverse e possiamo fare un ragionamento a 360 gradi - continua Moncalvo - toccando anche le forniture di verdura o di farine. Possiamo ragionare per dare un'opportunità in più ai nostri produttori e per offrire ulteriori possibilità ai rifugi, che accolgono una tipologia di persone che incarna appieno la cura e l'attenzione verso la montagna, la natura e la propria salute".