Il Coronavirus ha stravolto le abitudini dei piemontesi, non solo nelle grandi città ma anche nei comuni del territorio con meno abitanti ma problemi identici, se non superiori alle volte. Per capire come viene vissuta l'emergenza Covid-19, abbiamo intervistato i sindaci della provincia di Torino in modo tale da capire direttamente da loro quali sono le maggiori criticità e i servizi d'assistenza rivolti alla popolazione. Il nostro ospite di oggi è Francesco Casciano, sindaco di Collegno.
- Sindaco come sta vivendo la città da lei amministrata, Collegno, quest’emergenza Coronavirus?
E’ un momento molto complicato, la città è abituata a tutt’altro. Ci siamo dovuti riorganizzare, io stesso sono andato personalmente a incontrare le persone attraverso lo speakeraggio. Ho visto migliaia di persone ai balconi che avevano voglia di dire che Collegno è una città che resiste e non vede l’ora di uscire da quello che sembra veramente un incubo.
- Ormai i suoi concittadini convivono con le restrizioni da qualche settimana, quali sono i divieti più difficili da rispettare? Ci sono delle zone critiche? Mi riferisco per esempio a Borgata Paradiso.
I primi guai si sono verificati con lo sconvolgimento della quotidianità, la chiusura delle scuole e poi via via degli esercizi commerciali e delle fabbriche. Stare in casa è una condizione prolungata complicata, ma le persone hanno compreso quanto sia aggressivo questo virus, che anche nella nostra città colpisce duramente. Non abbiamo nessuna alternativa se non stare in casa, in isolamento sociale. Forse abbiamo avuto un momento di sottovalutazione, come molti, prima dell’8 marzo. Poi quando si è presa massima consapevolezza di questo, i parchi si sono svuotati. Noi, proprio per l’incidenza dei casi, quattro giorni prima del decreto nazionale abbiamo dovuto chiudere parchi, giardini, aree gioco, orti. Andare in quei luoghi era uno sfogo, ma c’era troppo assembramento e decadeva il senso dell’isolamento.
- Lei ha scelto un approccio piuttosto determinato, uscendo anche con un megafono e dialogando direttamente con gli abitanti di Collegno. Ci spieghi i motivi di questa scelta.
Ne sentivo la necessità io, ma anche dopo aver letto i messaggi di cittadini che volevano testimoniare qualcosa di collettivo. E’ stato un momento emozionante per me e per la popolazione, che ha colto che nonostante ciascuno debba rimanere in casa, facciamo tutti parte di una comunità che si chiama Collegno.
- Come Comune quali sono le iniziative che avete messo in campo per aiutare i cittadini a superare questo momento?
Abbiamo messo in campo in maniera tempestiva tutte le attività di sostegno, come la sospensione della retta dell’asilo nido per le famiglie, piuttosto che il servizio di assistenza educativa ai disabili trasformata in assistenza a domicilio: questo consente alle famiglie di provare un po’ di sollievo, visto che devono stare in casa con ragazzi che hanno qualche problema e negli educatori vedono non solo una valvola di svago, ma trovano opportunità di crescita. Abbiamo aiutato le imprese che svolgono questi servizi educativi attraverso l’erogazione di un sostegno. Tra le altre cose abbiamo reso pubbliche le nostre biblioteche, mettendo a disposizione 10.000 e-book, con acceso ai libri e ai giornali. E’ un modo per ritrovarsi. A Collegno inoltre non si pagano tasse fino a maggio, quindi abbiamo tempo di pensare a certe agevolazioni, considerando che anche i Comuni vivranno un momento molto complicato a livello di finanze. L’abbiamo detto al Governo che ha fatto questa prima manovra da 25 miliardi privilegiando com’era giusto famiglie e imprese, ma sono sicuro che nel prossimo periodo si penserà anche ai Comuni e ad alcune categorie in difficoltà come i commercianti e le partite Iva. Ha detto bene Draghi: il paese è in guerra. In tempo di guerra bisogna anche avere una nuova economia a sostegno di chi rischia di far perdere ricchezza economica complessiva all’Italia. Sarà un periodo molto delicato, che dovremo affrontare con tutte le intelligenze che abbiamo a disposizione.
- Una volta superata l’emergenza sanitaria, lei pensa che qualche progetto importante per la città possa subire dei rallentamenti, proprio a causa della mancanza di fondi?
Abbiamo progetti importantissimi che modificheranno l’economia e la struttura culturale della città, Primo fra tutti la metropolitana. Hanno lavorato fino a tre giorni fa con i cantieri a pieno regime, poi c’è stato lo stop forzato. Stavamo partendo con il progetto, già finanziato dal bando periferie, per il trasferimento a Collegno (in parte già avvenuto) dell’Università di Torino presso i laboratori arti e mestieri della Certosa Reale: su questi grandi progetti ci sarà uno stop, speriamo di pochissimo tempo. Serve che la curva dei contagi si abbassi, poi si potranno riprendere questi cantieri che sono operativi, ma che giustamente si sono fermati per tutelare la salute dei lavoratori.
- Proiettiamoci in avanti nel tempo, quando l’emergenza sarà finita. Come si riparte? Soprattutto dal punto di vista economico.
Io ho visto che forzatamente abbiamo subito una riorganizzazione. Il commercio di vicinato sta cercando di rispondere alle esigenze della comunità per esempio attraverso le consegne a domicilio. E’ iniziata la trasformazione digitale, anche grazie alle tante piattaforme presenti. Quando usciremo da questa condizione, mi auguro nel più breve tempo possibile, avremo acquisito competenze nuove. Io ho tre figli, vedo che fanno scuola attraverso i device e immagino che un domani, se qualche ragazzo avrà problemi ad andare a scuola, potrà partecipare alle lezioni lo stesso. Abbiamo la possibilità di cambiare il modo di guardare le imprese e il sociale. La mia Giunta si è svolta in videoconferenza, come quest’intervista che stiamo facendo da posti diversi: possiamo utilizzare al meglio le tecnologie informatiche. Sarà una rinascita sociale e civile, questa lezione è stata durissima e dobbiamo imparare a rispettare i valori veri delle persone. Abbiamo visto il valore dell’uomo prima di tutto. In secondo luogo direi l’attenzione all’ambiente, c’è chi collega molto la diffusione del virus in pianura Padana all’inquinamento. Ci vuole molta attenzione. Infine il mondo dell’impresa, che deve puntare alla crescita umana: non dimentichiamoci mai che applicare la scienza, il comparto della sanità pubblica, dell’evoluzione del sostegno all’uomo, è il senso del nostro essere una società globale che deve guardare però a risultati concreti.