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Politica | 14 maggio 2020, 20:12

Coronavirus, la Lega regionale chiede l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. Preioni: “Fare luce su buchi temporali tra stato di emergenza e attivazione dei protocolli”

L'assessore Marnati: “Troppe testimonianze di persone positive al test sierologico che hanno fatto la malattia tra dicembre e gennaio”

Coronavirus, la Lega regionale chiede l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. Preioni: “Fare luce su buchi temporali tra stato di emergenza e attivazione dei protocolli”

Una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sulla catena di comando del governo che ha portato ad attivare in ritardo i protocolli di prevenzione e al mancato acquisto di camici e mascherine quando erano ancora disponibili sul mercato. A chiederla è il gruppo regionale della Lega che ha raccolto l’allarme lanciato dall’assessore alla Ricerca Applicata per l’Emergenza Covid-19, Matteo Marnati, per l’alto numero di persone positive al test sierologico sfuggite ai monitoraggi a partire dal mese di gennaio. “Da qualche giorno anche in Piemonte è possibile eseguire i test sierologici - spiega il capogruppo Alberto Preioni - e cominciano ad affiorare le prime testimonianze di persone positive agli IGG ma che raccontano di avere sviluppato i sintomi della malattia come la perdita del gusto e dell’olfatto già a gennaio, ragione per la quale ritengo opportuno che il parlamento istituisca una commissione di indagine. La catena di comando del governo ha aspettato più di un mese prima di adottare protocolli di prevenzione nazionali". Secondo Preioni “C'è un buco temporale inspiegabile di almeno 4 settimane”. “Soltanto il  25 di febbraio cominciano ad essere applicate le prime misure di contenimento del virus da parte della protezione civile nazionale, ma lo stato di emergenza nazionale risale a un mese prima”.

“C’è il forte il sospetto - sottolinea Marnati - che il virus circolasse in Piemonte già a inizio gennaio o forse addirittura anche a dicembre”. Il gruppo della Lega punta il dito contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Lo scorso 27 gennaio, il presidente del Consiglio, dichiarava testualmente a Otto e Mezzo che l’Italia era “prontissima” a fronteggiare l’emergenza e che il nostro Paese aveva già adottato “misure cautelative all’avanguardia” e tutti “i protocolli di prevenzione. Purtroppo la storia si è incaricata di dargli torto ed è per questa ragione che a tutela dei Piemontesi, è giusto che si faccia chiarezza sulle dinamiche governative con l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare per individuare eventuali responsabilità del governo italiano. Non si capisce perché Palazzo Chigi ha sottovalutato i rischi della pandemia e per quale motivo non ha informato con molto anticipo le Regioni e indicato di acquistare preventivamente dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale”. “Tra l’altro – conclude Preioni - a gennaio sul mercato mondiale le mascherine e i camici erano facilmente disponibili a prezzi stracciati. Un grande acquisto centrale avrebbe fatto la differenza per tutte le regioni. Un grave errore strategico in quanto il governo aveva informazioni preliminari rispetto alle regioni”

comunicato stampa

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