"Grazie, è un onore essere qui in Juventus". Sono queste le prime parole, in perfetto italiano, del Weston McKennie bianconero. Il primo giocatore statunitense a vestire la maglia della Juve si presenta ai suoi nuovi tifosi mostrando la maglia numero 14, fino a poche settimane fa sulle spalle di Blaise Matuidi.
"La posizione dove preferisco giocare, quella dove mi sento più a mio agio, dove mi diverto anche di più e dove sono più efficace, è proprio da area ad area. Pirlo lo ha capito e mi ha voluto per questo. Con il mister c'è stata intesa immediata, siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Gli piace il modo in cui gioco, anche la mia abilità nel recuperare il possesso palla, il modo in cui faccio i passaggi".
McKennie si presenta timido, ma con le idee chiare: "Come hanno fatto a convincermi a venire alla Juve? - spiega - Semplicemente, non hanno dovuto farlo. Quando ho saputo dell'interesse dei bianconeri non ho esitato un solo istante. Una grande squadra come questa era il mio sogno fin da bambino. Il corteggiamento è durato due settimane, ma io ero da subito entusiasta. Giocare con Ronaldo? Di solito lo sceglievo ai videogames...".
Al di là di quello che dimostrerà in campo, McKennie si è già ritagliato un ruolo fuori dal rettangolo verde, come uno dei primi sportivi ad appoggiare il movimento Black Lives Matter. "Ho cercato di avere un ruolo importante, soprattutto in Germania, per questo movimento - spiega - E il fatto che adesso io sia venuto in un Paese diverso non significa di certo che non porterò avanti quello in cui credo. Il club mi ha subito dimostrato un grande sostegno anche in questo senso".