Sanificazione e pulizia, sia nel settore pubblico (ospedali compresi) che in quello privato, con le maggiori aziende compresa FCA. Erano tra gli "eroi", ai tempi del lockdown, ma il loro contratto nazionale - esteso anche a servizi integrati e Multiservizi - è fermo da sette anni e mezzo e così le loro paghe, bloccate e 7,21 euro lordi all'ora, con un solo scatto di anzianità che si raggiunge dopo 4 anni nel settore.
"E poi ci sono part time involontari che riducono ulteriormente i salari - dice Germana Canali, di Filacams CGIL - e dopo anni di trattative a strappi, tra aperture e chiusure, nell'estate erano ripresi i confronti anche alla luce delle tematiche del lockdown, delle disparità di condizioni e con le difficoltà nel reperire i dispositivi di protezione individuale".
Una situazione difficile da sostenere, per circa 50mila lavoratori in Piemonte e almeno 35mila solo a Torino e provincia e che vede dall'altra parte del tavolo colossi come Dussmann, Rekeep, Iscot, Consorzio Skill e altri servizi ancora, insieme alle sigle di categoria. "Ma dopo soli due incontri a livello nazionale il fronte datoriale si è diviso e non si sono fatti passi avanti".
"Abbiamo tentato incontri in ogni modo, prima delle vacanze, da applicare da settembre in poi - aggiunge Carla De Stefanis, di Fisascat Cisl - ma poi tutte le date sono saltate e le poche rimaste hanno visto le parti datoriali proporre piattaforme completamente diverse. E il contratto di per sé è sempre stato complesso, da chiudere".
Ecco perché il 21 ottobre i lavoratori scenderanno in piazza, in tutta Italia. Per Torino l'appuntamento è stato fissato dalle 14 alle 18 davanti alla prefettura, in piazza Castello. Il tutto in videoconferenza con le altre sedi di protesta e soprattutto nel rispetto delle misure di sicurezza.
"Siamo a una piattaforma legata ancora a 20 anni fa, ma noi svolgiamo molti più compiti - conclude Orazio Colapietra, di Uiltrasporti - e quindi è stato inevitabile chiedere il conto di quello che è successo nel frattempo, anche a livello economico. Ci sono part time da 20 ore a 600 euro, ma allora è chiaro che la gente preferisce stare a casa a prendere il reddito di cittadinanza".
"La nostra controparte non sono imprenditori, perché cercano solo di ribaltare costi e risparmi sui lavoratori e anche la politica si dimentica di noi. La stessa Regione non ci ha mai ricevuto, in vertenze come quelle della Dussmann. Siamo stufi di essere lavoratori invisibili, vogliamo un gesto concreto di buona volontà prima di tornare a discutere".