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Attualità | 12 novembre 2020, 17:45

Inizio della campagna per salario garantito e diritti per i lavoratori della ristorazione

Costituito un oordinamento dei lavoratori del settore ristorativo e alberghiero per dire BASTA agli ennesimi sacrifici che vengono chiesti per questo lockdown 2.0

Inizio della campagna per salario garantito e diritti per i lavoratori della ristorazione

E' iniziata oggi la campagna promossa dai Lavoratori e dalle Lavoratrici della Ristorazione in Piemonte per il salario garantito d'emergenza e per la totale contrattualizzazione. 

"Data l’attuale situazione pandemica e la conseguente chiusura forzata di tantissime aziende ristorative (bar, pub, ristoranti, discoteche, osterie ecc), in assenza di una risposta adeguata da parte del governo su come i lavoratori di questo settore debbano arrivare a fine mese, abbiamo deciso di costruire un coordinamento dei lavoratori del settore ristorativo e alberghiero per dire BASTA agli ennesimi sacrifici che ci vengono chiesti per questo lockdown 2.0", scrivono in una nota Lavoratori e Lavoratrici della Ristorazione del Piemonte.

Come noto, il nostro settore, anche prima del Covid-19, vedeva molti lavoratori in condizioni di precarietà e sfruttamento:

-LAVORO NERO

-FALSI CONTRATTI A CHIAMATA

-LAVORO GRIGIO

-STRAORDINARI E FESTIVITÀ NON PAGATE

-ORARI DI LAVORO MASSACRANTI

"In questa fase critica, in moltissimi hanno perso il proprio posto di lavoro oppure non sono riusciti a trovarlo a seguito del primo lockdown, ritrovandosi così a dover sostenere le spese per avere un tetto sulla testa e un piatto da mangiare senza sapere dove prendere i soldi. Per questo motivo chiediamo che venga istituito un SALARIO GARANTITO D’EMERGENZA; siamo stanchi di attendere mesi per la cassa integrazione (ovviamente disponibile solo per i pochi che hanno un contratto regolare), stanchi di ricadere costantemente nel ricatto tra salute e lavoro. Vogliamo inoltre, per tutte le nostre colleghe e colleghi non regolari, un CONTRATTO CHE CORRISPONDA ALLA PRESTAZIONE LAVORATIVA da loro svolta, per rompere il ricatto del lavoro nero, che non è una libera scelta per la quale il lavoratore deve essere colpevolizzato bensì una condizione imposta, spesso con la falsa promessa di una futura regolare assunzione, accettata dal lavoratore per la necessità di portare a casa un salario".

"Non crediamo alla favoletta, del ”non ci sono soldi” dal momento che dopo il lockdown i miliardari italiani hanno visto crescere i loro patrimoni di oltre il 30% ed ogni anno vengono spesi dal governo italiano miliardi per risanare debiti di aziende private e finanziare l’apparato militare e le "missioni di pace”. Ora più che mai è necessario il coinvolgimento e la partecipazione di tutte le lavoratrici ed i lavoratori della ristorazione affinchè ciascuno prenda coscienza della propria condizione di precarietà e sfruttamento e si unisca alla nostra lotta per chiedere un salario garantito per tutto il periodo di chiusura, la regolare contrattualizzazione ed il pieno rispetto dei nostri diritti, oggi e domani".

comunicato stampa

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