In riferimento all’ampia sintesi della relazione svolta dall’assessora Antonietta Di Martino, per quanto riguarda la situazione dei nidi d’infanzia della Città di Torino, il sindacato Cub scuola intende evidenziare i seguenti punti: la grave e faticosissima situazione in cui si sono trovati i nidi d’infanzia non è una conseguenza della sola emergenza sanitaria ma soprattutto delle incomprensibili e assolutamente non funzionali Disposizioni di Servizio del 23/ 09/2020, Prot 9272 e del 28/09/ 2020 (per Nidi con sezioni da 3 educatori), Prot 9475/044, le quali hanno definito un’organizzazione lavorativa di difficile applicazione e di grande fatica da parte delle educatrici.
Tali disposizioni, a seguito di DUE SCIOPERI che hanno avuto una massiccia adesione di educatrici e maestre delle scuole comunali e di numerose critiche arrivate dai Collegi educatori hanno subito delle lievi modifiche senza tuttavia che si tornasse alla situazione precedente alla pubblicazione delle prime Disposizioni. È importante evidenziare come tanto con le precedenti disposizioni
quanto con quelle attuali, viene superato il rapporto numerico stabilito dalla regione di 1 educatrice ogni 10 bambini, creando in tal modo una situazione di non sicurezza per i bambini.
Non risulta inoltre chiarito la conseguenza che questi cambiamenti hanno avuto e/o avranno dal punto di vista economico per le lavoratrici. Non risulta garantita la tutela della salute delle educatrici alle quali sono state fornite per lungo tempo mascherine fpp2 (una al giorno, secondo Protocollo) la cui durata consigliata era di 4 ore a fronte di 6/7 ore di lavoro in sezione. Solo negli ultimi giorni è arrivata una nuova fornitura di mascherine fpp2 della durata di 8 ore.
PER QUANTO RIGUARDA LA NON PROPAGAZIONE DEL VIRUS IN SEZIONE RICORDIAMO INOLTRE AD ESEMPIO IL NIDO DI VIA FENOGLIO CHIUSO PER 8 LAVORATRICI RISULTATE POSITIVE AL COVID. Risulta dubbio, per usare un eufemismo, la tesi sostenuta dall'Assesora Di Martino che “la Città ha per tempo programmato un importante investimento di risorse per affrontare le presumibili difficoltà”.
Molti posti vacanti risultano ancora non coperti e sarebbe necessario che l’amministrazione fornisse i dati effettivi e spiegasse la diversa organizzazione dei centri estivi che hanno avuto luogo a luglio (bolle di 5/6 bambini con 2 educatrici mentre a settembre bolle/sezione di 20/25 bambini con 3/4 educatrici, con una pandemia ancora in atto). Necessario risulta anche il chiarimento che riguarda il numero delle assunzioni, suddivise ed esplicitate chiaramente per: insegnanti scuola dell’infanzia, educatrici nidi d’infanzia ed assistenti educativi.
Il punto della sintesi che riporta il seguente testo: “Nonostante questo impegno e la disponibilità del personale, le numerose assenze in contemporanea, nei casi sopra richiamati, hanno determinato la necessità di contrazioni di orario, sia per la difficoltà a reperire persone disponibili a supplenze brevi, sia per la contemporanea richiesta di personale proveniente dalle scuole dello Stato. Le
procedure per l’assunzione del personale insegnante a tempo indeterminato, valide anche per le supplenze, e quelle del personale educativo per le supplenze (essendo quasi esaurita la graduatoria vigente per le assunzioni a tempo indeterminato) sono state avviate nei primi mesi del 2020, poi sospese obbligatoriamente nel periodo del lockdown e riattivate subito dopo”.
Non risulta assolutamente veritiera in quanto la citata graduatoria non è assolutamente quasi esaurita. Al suo interno è presente personale titolato e preparato che NON può essere assunta in quanto ha superato i 36 mesi di servizio, per questa specifica situazione si richiede da tempo una rivalutazione con effettiva possibilità di superamento di tale limite.
Rispetto alla proposta dell’ANCI che “suggerisce di prevedere deroghe che consentano, in mancanza di disponibilità alle supplenze di personale con il previsto titolo di studio, di utilizzare personale con titoli analoghi o studenti universitari all’ultimo anno, come negli istituti statali” evidenziamo l’irragionevolezza di questa proposta in quanto le persone ci sono, sarebbe sufficiente venissero sbloccati i 36 mesi per le supplenze o si facessero assunzioni a tempo indeterminato.
Le educatrici hanno sempre garantito la compresenza con i precedenti orari, facendo uso delle ore di monte ore se necessario. La presenza di altri adulti e quindi altre figure di riferimento ci sembra controproducente sia per l’attenzione a possibili fonti di contagio sia una fatica ulteriore che viene ancora richiesta a bambini e famiglie.
Le assenze, in particolare le assenze Covid, sono all'ordine del giorno: in data 2 novembre risultano assenti dal servizio il 29% circa dei colleghi educatori. Una settimana dopo, in data 10 novembre, le assenze riguardano il 28.3%del personale. Di queste, il 21.4% sono assenze a causa del Covid. Il personale è stremato e quest’anno sta risultando ogni giorno più faticoso.