Il mondo del fitness piemontese è sceso in piazza Castello, a Torino, per protestare contro le prolungate chiusure di palestre e piscine sancite dai Dpcm negli ultimi mesi. Una mobilitazione voluta per dare voce ai circa 300 centri disseminati sul territorio regionale, in cui opera una buona percentuale degli oltre 120mila addetti in tutta Italia.
“Il reddito medio di istruttori e operatori era già critico prima della pandemia, con una media di 1.280 euro – spiegano il Comitato Salvaguardia Fitness di Qualità, organizzatore del raduno –. Oggi il nostro settore è al collasso, chiuso da marzo 2020, salvo la breve interruzione estiva”.
“Si è tanto parlato di ristori – proseguono –, ma sia le aziende sia i professionisti sono stati ben poco considerati. Molti fanno parte del popolo delle partite Iva e hanno esaurito i contributi lo scorso aprile”.
Per quando riguarda i finanziamenti agevolati che avrebbero dovuto essere concessi, denunciano ancora gli sportivi, “sono fermi nelle banche che non li vogliono approvare, benché garantiti dallo Stato. Gli istituti si rifiutano di erogare finanziamenti al tasso dell’1% promesso dal governo, in quanto poco remunerativi. E propongono adeguamenti extra alla proposta governativa, a tassi del 14%”.
Si calcola che, ad oggi, il 35% delle aziende del settore non sia in grado di riprendere l’attività al momento della riapertura. Ma il problema non è solo economico e logistico. Di mezzo c’è anche la salute dei cittadini: “Siamo gente di sport abituata a regole e sacrifici e pensiamo di poter fare il nostro lavoro in totale sicurezza – dichiarano ancora gli organizzatori -. Pesantissime, poi, le ricadute sul sistema sanitario provocate dalla mancanza di movimento e allenamenti da quasi un anno: aumentano infatti obesità, ansia, depressione, patologie cardiocircolatorie. In un momento in cui la collettività avrebbe bisogno di aumentare le difese immunitarie, si è deciso proprio di chiudere quelle realtà, i centri fitness, che svolgevano un ruolo chiave nella prevenzione”.
A supportare la denuncia di invisibilità agli occhi del governo, istruttori, titolari di palestre e personal trainer hanno messo in scena un flash-mob coprendosi con lenzuoli bianchi (come fantasmi) proprio sotto il Palazzo della Regione.
La richiesta è che il prefetto interceda nei confronti del premier Conte e dei ministri “per l’avvio di un tavolo di confronto, affinché vengano individuate soluzioni immediate alle criticità della professione”.
"Condivido senza mezzi termini le ragioni degli imprenditori e dei lavoratori del comparto delle palestre, del fitness e delle scuole di danza, espresse pacificamente, poco fa, in un flash mob in piazza Castello a Torino", ha dicharato
Silvio Magliano, Presidente del Gruppo dei Moderati in Consiglio regionale. "Le attività di questo tipo non sono mai davvero rientrate nei ristori regionali destinati allo sport (non tutte le palestre sono affiliate al CONI e dunque iscritte al registro delle Associazioni Sportive: urge una riforma nazionale del comparto). Chi fa impresa in questo settore è stato oggettivamente e quasi completamente dimenticato dalle Istituzioni".
“Tanti sono i fantasmi di questa crisi – commenta il consigliere della Lega Matteo Gagliasso, sceso anche lui in piazza a manifestare contro le chiusure – troppi settori sono stati abbandonati, dopo aver sostenuto spese notevoli per la messa in sicurezza secondo rigidi parametri. In Piemonte si sono fermati oltre 300 centri sportivi, numeri davvero sconfortanti”.
“La protesta del mondo dello sport piemontese - aggiunge il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni - è la riprova di come il governo non è stato capace di gestire le conseguenze economiche della pandemia".
"Oggi ho incontrato in piazza Castello, sotto la sede della Regione Piemonte, i rappresentanti del Comitato Salvaguardia Fitness di qualità. Ho ascoltato con attenzione le loro legittime richieste dovute a questo periodi di estrema difficoltà a causa dell'emergenza Covid", ha dichiarato la Consigliera regionale del M5S Sarah Disabato. "Proprio per questo ritengo necessario che il Comitato, insieme a tutte le realtà che rappresentano il mondo dello sport e delle palestre piemontesi, debbano essere ascoltati in Consiglio regionale e non solo in ristretti incontri con la Giunta".
"La protesta in piazza a Torino degli operatori del fitness è l’ennesimo grido disperato contro l’improvvisazione che guida le scelte di questo governo nell’affrontare le conseguenze economico, sociali e sanitarie della pandemia da Covid-19”, afferma in una nota la deputata di Forza Italia Daniela Ruffino.