Come prevedibile, lo sgombero della palazzina occupata di corso Giulio Cesare 45 non è passato inosservato: un'ottantina di persone, chiamate a raccolta dall'area anarchica e antagonista torinese, si sono infatti date appuntamento a Porta Palazzo per protestare, al ritmo di cori e tamburi, contro l'operazione portata a termine questa mattina.
Il corteo, dopo aver bloccato piazza della Repubblica per circa mezz'ora, si è poi diretto verso il Comune di Torino (l'accesso a via Milano è stato bloccato per l'occasione, ndr) per poi deviare su borgo Aurora e l'ormai ex stabile occupato. Qui, ad attenderli, hanno trovato un folto cordone di forze dell'ordine in assetto anti-sommossa; le due parti, seppur vicine tra gli sguardi curiosi dei residenti accorsi in strada e affacciati sui balconi, non sono venute a contatto e il 'giro' si è concluso ai vicini giardini Madre Teresa di Calcutta.
Principale bersaglio dei cori, oltre alla polizia e alle iniziative imprenditoriali come Mercato Centrale, è stata la sindaca di Torino Chiara Appendino, rea di aver promosso una 'spregiudicata' politica di riqualificazione del quartiere : “Perché - si è sentito gridare dai megafoni – buttare in strada, al freddo e in piena pandemia, famiglie e persone senza un tetto sopra la testa? È questa la priorità dell'amministrazione? La casa è di chi l'abita, non di chi specula per vendere alle banche e far salire i prezzi”.
L'invito, infine, è stato quello a una mobilitazione generale: “È tempo – hanno incalzato i manifestanti – di scendere in strada e ribellarsi contro chi gioca sulla nostra vita, sulle vite di chi muore di fame e negli ospedali senza casa e senza lavoro”.