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Politica | 21 gennaio 2021, 07:40

Rsa, la Regione stanzia 44,5 milioni. Ma c'è chi storce il naso: "Sussidi solo alle strutture, i pazienti sono stati dimenticati"

La Fondazione promozione sociale denuncia: "Nessun aiuto ad anziani, disabili e malati. Questi soldi non sono destinati alle cure". Critico Grimaldi (Leu): "Ingiusto finanziare le multinazionali". Esulta Zambaia (Lega): "Provvedimento atteso e importante"

mani giunte di un anziano

Anziani delle rsa

Le Rsa tirano un sospiro di sollievo: gli aiuti di 44,5 milioni previsti come ristori sono infatti diventati legge. Il Consiglio regionale ha approvato ieri il ddl 128 sulle misure urgenti per le strutture residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, disabili, minori, tossicodipendenti e pazienti psichiatrici, licenziato lunedì dalla Commissione Sanità.

Eppure da più parti si sono levate critiche anche feroci al provvedimento. Innanzitutto dall'opposizione, con tutti i partiti che hanno deciso di astenersi dal voto. Ma anche dalla Fondazione promozione sociale onlus, che ha denunciato: "Vengono aiutate le strutture, ma non i pazienti".

Il provvedimento, presentato dall'assessore al Welfare Chiara Caucino, stanzia oltre 44,5 milioni di euro per ristori alle Rsa. Si tratta, in particolare, di 30 milioni per integrare le maggiori spese sostenute dalle strutture per sanificare gli ambienti, acquistare Dpi, pagare il personale, smaltire i rifiuti speciali, mettere in sicurezza gli ospiti e gli operatori e migliorare la qualità dell'assistenza; 10,1 milioni ai titolari di autorizzazione al funzionamento non convenzionati con il Sistema sociosanitario regionale delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali; 1,5 milioni per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie e 3 milioni complessivi (uno, rispettivamente, per gli anni 2021, 2022 e 2023) per esentare dall’Irap le Aziende pubbliche di servizi alla persona.

"Si tratta di un contributo fondamentale - ha commentato Chiara Caucino - frutto di un grande sforzo per la Regione, che offre però un importantissima boccata d’ossigeno per le strutture e per i fornitori di servizi per persone fragili del Piemonte, che hanno saputo soffrire e resistere, dando un esempio di abnegazione, coraggio, forza e passione per il proprio lavoro, che è quello di aiutare i più deboli".

La relatrice di maggioranza Sara Zambaia (Lega) ha parlato di "un provvedimento importante che dimostra grande sensibilità nei confronti delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali che in questo periodo di pandemia hanno sofferto tantissimo". Il capogruppo della Lega Alberto Preioni si è detto soddisfatto "per il risultato e per il lavoro svolto e felice per l'aiuto alle Rsa, comparto che ha pagato molto in questa battaglia". Così invece Paolo Bongioanni (FdI)"Recepito il grido d'allarme giunto dalle Rsa piemontesi: la Regione si è fatta interprete di un obbligo morale, sociale e umano fornendo una boccata d'ossigeno a un settore molto provato".

Pioggia di critiche dalle opposizioni. "Questa legge era molto attesa e necessaria – ha dichiarato Monica Canalis (Pd) – ma si rivela invece per molti versi tardiva, insufficiente, iniqua e non risolutiva". "Noi pensiamo che non siano si debbano rimborsare le strutture convenzionate appartenenti a società con interessi economici in altre regioni o nazioni e fatturati consistenti – ha invece rincarato Marco Grimaldi (Leu) – così come quelle che durante l’emergenza non abbiano rispettato i protocolli regionali e dello Stato". Infine Sean Sacco (M5S) ha concluso: "La pandemia ci ha dimostrato che le grandi strutture con grandi concentrazioni di ospiti non sono il massimo. Il benessere dei nostri anziani deve essere la nostra principale fonte d’ispirazione e l'obiettivo cui tendere".

Durissima, infine, l'accusa della Fondazione promozione sociale onlus, che ha parlato di "una misura illegittima che usa 30 milioni di euro di risorse dei Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie Lea, dedicate obbligatoriamente al pagamento delle quote sanitarie dei malati non autosufficienti in Rsa, come sussidi economici a pioggia e non per la cura dei pazienti".

Secondo la Fondazione, il provvedimento regionale "è ingannevole fin dal titolo, che indica come destinatari delle 'misure urgenti' i pazienti". "In realtà - ha spiegato -non uno dei soldi stanziati andrà in prestazioni Lea o in risorse ai malati. Si tratta di soldi che dovevano essere spesi per quote sanitarie in Rsa (cioè per garantire il pagamento del 50% della retta dei pazienti da parte delle Asl) e che verranno invece erogati sotto forma di aiuto economico, direttamente nelle casse dei gestori privati". "I rimborsi di mascherine e prodotti per l’igienizzazione degli ambienti sono assolutamente legittimi e condivisibili - ha concluso -, ma dovevano essere forniti con le risorse stanziate dal Governo".

Daniele Angi

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