Sci sì o sci no? Se gli appassionati sperano ancora di poter fare quest'anno almeno qualche discesa, i gestori degli impianti sono scettici. Non piace infatti l'ipotesi avanzata dal comitato tecnico-scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che vorrebbe una riapertura soltanto "parziale" dopo il 15 febbraio, quindi dopo Carnevale.
La prospettiva è quella di una montagna a numero chiuso con la capienza degli impianti di risalita ridotta al 50%, numero contingentato di sciatori e obbligo di prenotazione preventiva. Un'idea che i gestori bocciano senza lasciare spiragli perché temono che sia ormai troppo tardi per salvare la stagione.
"Chi prepara questi protocolli dovrebbe conoscere il nostro mestiere e quali sono i costi per la preparazione delle piste, quelli per mettere le reti e quelli del personale", tuona all'Ansa Nicola Bosticco di Colomion Spa, che gestisce le piste di Bardonecchia. "Qui nel weekend si arriva a punte di 12.000 sciatori al giorno. Dimezzare questi numeri dopo il mancato guadagno di questi mesi significherebbe lavorare in perdita".
"Una riapertura al 50% e con obbligo di prenotazione con tutti i costi che questo servizio comporterebbe sarebbe del tutto antieconomica", concorda Maurizio Beria d'Argentina, presidente dell'Unione comuni olimpici Via Lattea e sindaco di Sauze di Cesana. "Ci auguriamo che ne discutano ancora trovando una soluzione più adeguata".