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Canavese-Caselle | 26 gennaio 2021, 16:30

Nucleare: i consiglieri regionali chiedono alla Regione di farsi portavoce delle esigenze dei territorio: "Necessaria una presa di posizione"

Carlo Riva Vercellotti: "Temo che la Cnapi sia una risposta alla possibilità che l'Europa sanzioni l'Italia e che invece non ci sia la reale volontà di chiudere i depositi provvisori"

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Il Consiglio regionale aperto non sta portando ad un nulla di fatto. E' questo il pensiero del Movimento 5 Stelle del Piemonte sulla seduta convocata questa mattina, martedì 26 gennaio, per discutere della Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

Per il gruppo, il presidente Alberto Cirio non avrebbe preso una posizione ferma e chiara sulla situazione. Anzi, la seduta si sarebbe trasportata in una "presentazione" del progetto.

"Ci saremmo aspettati una posizione matura, aperta al dialogo, rappresentativa di tutti i territori del Piemonte, compresi quelli in cui ad oggi vengono ospitate le scorie nucleari con enormi rischi per le popolazioni locali - dichiarano i pentastellati -. Invece abbiamo assistito all'ennesimo show di un Presidente più interessato ad obbedire agli ordini di scuderia della Lega che a tutelare realmente il territorio. Il Consiglio regionale sul Deposito Unico richiesto dal Movimento 5 Stelle si sta rivelando un momento utile di confronto tra tutti i soggetti coinvolti in questo percorso". 

Alberto Avetta, consigliere regionale del Pd e vice presidente Commissione Ambiente, ha sottolineato il ruolo della Regione Piemonte. "La Regione non può far finta che la soluzione del problema delle scorie nucleari spetti a qualcun altro - inforca -, ha il dovere di fare la sua parte, facendosi portavoce delle esigenze e delle richieste delle zone interessate, senza ricorrere a facili demagogie come ha fatto il Presidente Cirio intervenendo oggi in Aula, peraltro dimenticando che di deposito unico si parla da più di 10 anni".

A sua detta, la Regione deve adoperarsi "per ottenere la proroga della scadenza per il deposito delle osservazioni, in modo tale che gli interessati possano lavorare in modo approfondito; metta a disposizione le proprie competenze tecniche e professionali, perché il tema delle scorie nucleari non può essere affrontato con emotività, ma necessita massima serietà, trasparenza e confronto sulla base di studi e analisi scientifiche". 

"Quel che è certo è che  - conclude - bisogna dare risposte concrete, in particolare ai dubbi dei piemontesi che vivono in aree che molto hanno già contribuito sotto il profilo ambientale come lo sono il chivassese e il calusiese che, come il carmagnolese, stanno investendo molto sull’agricoltura e sulla qualità della vita".

Il consigliere Domenico Ravetti, invece, ha evidenziato il ruolo che hanno le opposizioni nella gestione dell'argomento. "E' un tema articolato che deve considerare aspetti di naturale sociale, economici, ambientali e che deve essere affrontato anche dalle opposizioni". "Giunta e assessori devono mettere a disposizione tutte le risorse professionali necessarie e informare adeguatamente i territori coinvolti".

Dopo l'intervento del consigliere Marco Grimaldi, che ha criticato l'intervento del presidente Cirio, è stata la volta Domenico Rossi:  "Da oggi non possiamo permetterci di dare informazioni poco corrette. Non si può dire più che nessuno sapeva nulla, c'è uno studio desecretato che fa partire un percorso di condivisione. E' necessario fare un percorso di condivisione e dialogo"

Giorgio Bertola considera la pubblicazione della Cnapi un "atto di coraggio", piuttosto che una decisione calata "dalla sera alla mattina". "Vorremmo aiutare Cirio a rinfrescarsi la memoria, questa mappa era attesa dal 2015, ci sono stati gravi ritardi soprattutto da parte dei governi precedenti, perché nessuno ha voluto assumersi questa responsabilità.  A prendere decisioni sul nucleare dalla sera alla mattina fu semmai Silvio Berlusconi, che nel 2003 con un decreto decise che tutte le scorie nucleari del Paese sarebbero andate a Scanzano Jonico, probabilmente per lo scarso peso politico della Basilicata".

 

"Con la pubblicazione della Cnapi inizia un percorso volto alla trasparenza che ci permette di affrontare anche il problema dei depositi provvisori - dichiara Sean Sacco -. Senza il deposito nazionale, i rifiuti nucleari continueranno a essere in Piemonte e ad avere ritardi nel decommissionig. Abbiamo addirittura scorie in attesa di essere processate in altri paesi". 

Carlo Riva Vercellotti è preoccupato, anzi arrabbiato. "Temo che la Cnapi sia solo una risposta alla possibilità che l'Europa sanzioni l'Italia e che invece non ci sia la reale volontà di chiudere i depositi provvisori. In questi anni non è stato fatto nulla nonostante le continue sollecitazioni delle associazioni ambientaliste e ci svegliamo adesso, dopo 10 anni, in piena pandemia".

Il consigliere chiede di garantire alle popolazioni piemontesi che detengono i depositi provvisori la massima sicurezza, toccando anche il discorso delle compensazioni. "Al comune di Saluggia spettano ancora più di 22 milioni di euro, hanno vinto due cause contro il Governo, ma non hanno ancora ricevuto i soldi".

"Il mio auspicio è che ci sia una condivisione dei principi da parte di tutti: la sicurezza e la salute dei cittadini devono essere sempre al primo posto, a prescindere dalle questioni economiche", è invece l'intervento della consigliera Francesca Frediani.

redazione

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