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Politica | 30 gennaio 2021, 18:08

Piazza San Carlo, 2000 sindaci si schierano con Appendino: "Necessario rivedere le norme"

L'Anci interviene dopo la sentenza di Torino: "Non chiediamo immunità, ma possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze?". L'ex questore Sanna: "Una ferita ancora aperta"

foto di repertorio della notte del 3 giugno 2017

dopo la sentenza sui fatti di piazza San Carlo, 1200 sindaci si schierano con Appendino

La sentenza sui fatti di piazza San Carlo, che ha visto la condanna ad un anno e mezzo per la sindaca di Torino Chiara Appendino (e di altri cinque imputati) continua ad alimentare discussioni e polemiche. Intanto la prima cittadina di Torino ha incassato la solidarietà di oltre 2000 sindaci italiani.

Accogliendo l'appello del presidente dell'Anci, Antonio Decaro, per sollecitare il parlamento a operare una revisione del Tuel (Testo unico degli Enti Locali), amministratori di ogni orientamento politico, da quella di Roma, Virginia Raggi, a quello di Milano, Beppe Sala, dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a quello di Cagliari, Paolo Truzzu, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, hanno firmato.

Non chiedono immunità o impunità, non dubitano del lavoro dei magistrati e rispettano "il dolore dei parenti delle vittime". Ma si domandano: "Possono i sindaci rispondere personalmente e penalmente di valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono condannati per aver fatto il loro lavoro?". La sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juve e Real, un'onda di panico tra la folla produsse oltre 1500 feriti, due dei quali (Erika Pioletti e Marisa Amato) morirono successivamente.

Sulla sua pagina Facebook la Appendino aveva commentato: "La tesi è che avrei dovuto prevedere quanto sarebbe accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione in piazza. Ma come potevo? Lo avrei anche fatto, ma non avevo gli elementi necessari". All'appello dell'Anci hanno aderito i sindaci di tutti i capoluoghi e anche molti primi cittadini di piccoli comuni.

Su quanto avvenne la sera del 3 giugno 2017 è tornato anche l'ex questore di Torino Angelo Sanna, un altro dei condannati, al pari di Appendino: "A prescindere dalla responsabilità che mi sarà attribuita dalla giustizia, quella serata ha lasciato un profondo segno nel mio cuore di uomo servitore dello Stato, nonché nella mia anima di poliziotto, figlio di poliziotto e marito di poliziotta".

"Se poi c'è una cosa che mi angoscia, oltre al dolore per chi quella sera ha perso la vita o ha sofferto per altro motivo - conclude Sanna - è il timore che sentimenti negativi provocati da una vicenda del genere nei cittadini possano ripercuotersi sull'istituzione Polizia di Stato, i cui valori porto e porterò dentro di me sempre".

redazione

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