La Giunta Comunale, su proposta dell'assessore Sergio Rolando, ha approvato nella giornata di ieri, 2 febbraio 2021, tre nuove intitolazioni proposte dalla Commissione Comunale per la Toponomastica di Torino.
All'avvocato Lidia Poet sarà intitolata l'area giochi che c'è all’interno del giardino "Nicola Grosa" tra le vie Falcone, Cavalli e i corsi Inghilterra e Vittorio Emanuele II, nella Circoscrizione 3. Oltre questo è stata assunta la decisione di autorizzare la posa di un leggio metallico-marmoreo, con fotoceramica dell’avvocato, la cui fornitura, posa e manutenzione, sarà a carico dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Lidia Poet è nata il 26 agosto 1855, in una benestante e colta famiglia valdese, a Traverse di Perrero, un piccolo borgo montano della val Germanasca. Rimasta orfana di padre all’età di diciassette anni, a differenza di molte sue coetanee, ha avuto dalla madre le stesse opportunità concesse ai suoi fratelli e così, sfidando i costumi dell’epoca, si è iscritta, prima donna, alla facoltà di Giurisprudenza di Torino. Si è laureata il 17 giugno 1881 a pieni voti con una tesi sul diritto di voto alle donne. Svolto il praticantato, ha superato in modo brillante l’esame di abilitazione alla professione forense e ha chiesto l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino.
E’ stata la prima volta nella storia del Regno d’Italia che una donna ha chiesto l’iscrizione all’Albo degli avvocati, e l’Ordine di Torino con una decisione storica, assunta a maggioranza, ha accoglto la sua domanda. Ma tale decisione ha suscitato scandalo e alcuni consiglieri dell’Ordine si sono dimessi per protesta. Il Procuratore Generale del Re ha impugnato l’iscrizione della Poet avanti alla Corte d’Appello, che ha revocato l’iscrizione.
Ma la Poet non si è data per vinta e ha collaborato per tutta la vita nello studio legale del fratello, Giovanni Enrico Poet, scrivendo atti difensivi che non potevano essere da lei firmati e sostenendo tesi giuridiche che non potevano essere da lei esposte nelle aule dei tribunali. Non ha esercitato la professione direttamente, ma ha continuato a lottare viaggiando in tutta Europa per sostenere gli ideali in cui credeva: il voto e i diritti delle donne, la difesa delle persone più deboli, degli emarginati, dei minori, il recupero dei detenuti, mostrando di avere idee di straordinaria originalità ed attualità.
E' stata nominata dal Governo francese Officier d’Académie e durante la prima guerra mondiale è entrata nella Croce Rossa, impegno per il quale ha ricevuto una medaglia d’argento. Finalmente, dopo l’approvazione della legge n. 1126 del 1919, che ammetteva le donne all’esercizio delle libere professioni, nel 1920, all’età di 65 anni ha potuto finalmente, prima donna in Italia, iscriversi all’Ordine degli Avvocati di Torino. E' morta il 25 febbraio 1949, a 94 anni, a Diano Marina.
La seconda intitolazione andrà al giardino attrezzato a verde pubblico compreso tra i corsi Regio Parco, Novara e via Catania (fronte Cimitero Monumentale) nella Circoscrizione 7 e sarà attribuita ai “Martiri della lotta contro l'Isis e alla memoria delle vittimi dei fondamentalismi".
Il terzo intervento vedrà invece la posa di una targa commemorativa su idoneo supporto, che prenderà posto a fianco del monumento “Ara Votiva”, sito all’interno del Parco della Rimembranza nella Circoscrizione 8, e sarà a ricordo dell’intervento di restauro dell’Ara Votiva, effettuato dall’Associazione ArteS A.P.S.