Dovevano essere le figure che avrebbero aiutato le persone a trovare un lavoro, ma ora si ritrovano pure loro in piazza a chiedere diritti e sicurezza. Sono i "navigator", operatori che nell'architettura del reddito di cittadinanza erano la sponda cui appoggiarsi per il reinserimento nel mondo dell'occupazione.
Anche a Torino (così come in altre città d'Italia, a cominciare da Roma) si sono dati appuntamento in piazza, per far sentire la loro voce. La cornice, abituale, è quella di piazza Castello, con la manifestazione organizzata da Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp-Uil.
I navigator a Torino e in Piemonte
Complessivamente si contano 2.700 navigator italiani, di cui 176 in servizio Piemonte (90 a Torino): profili formati, laureati, selezionati quasi due anni fa dall’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), con l’obiettivo di aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza appunto a rafforzare le proprie competenze per essere più spendibili e ricollocabili nel mercato del lavoro. Dallo scorso mese di settembre questi lavoratori sono coinvolti, a supporto degli operatori dei Centri per l’Impiego, nell’elaborazione del Patto per il Lavoro, un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo, ideato per i beneficiari del Reddito di cittadinanza e sono anche impegnati nella “mappatura delle opportunità occupazionali”, cioè nella ricerca, attraverso contatti con le aziende, dei possibili sbocchi lavorativi.
I sindacati: "Servono risposte urgenti"
Ma ora la richiesta che arriva da questa fetta di lavoratori è di non essere abbandonati al loro destino, anche alla luce della pandemia da Covid. “Servono risposte urgenti e concrete - dicono i segretari regionali di Nidil-Cgil, Felsa-Cisl, Uiltemp-Uil, Lucia Santangelo, Cristina Picchioldi, Annamaria D’Angelo - per i navigator e per tutte le lavoratrici e lavoratori, disoccupate e disoccupati in difficoltà nella nostra regione e, contestualmente, di rafforzare i servizi pubblici al lavoro e il sistema delle politiche attive del lavoro. Crediamo che non solo Anpal Servizi S.p.a. debba prorogare i contratti alla data del 30 aprile 2022, ma che questi lavoratori e queste lavoratrici possano essere un’importante risorsa in un’ottica complessiva di riforma del sistema delle Politiche Attive del Lavoro, anche in considerazione della drammatica crisi occupazionale aggravata dall’emergenza sanitaria”.