Ancora un focolaio in una struttura assistenziale. Non una novità, purtroppo, ma in tempo di campagna vaccinale si tratta di una ferita difficile da accettare. Succede in una realtà di via Fiesole, che si dedica all'assistenza residenziale di persone con disabilità ed è gestita da Anffas Torino.
Tra ieri sera e questa mattina, a seguito di alcuni sintomi che hanno fatto pensare al Covid, sei utenti e due operatori sono risultati positivi al test molecolare. Una fetta grandissima della comunità che si trova all'interno della struttura, visto che gli ospiti in tutto sono 12.
Ma accanto alla preoccupazione per le condizioni di salute, è anche la rabbia il sentimento diffuso. “Ma vi immaginate - tuona Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino - l’angoscia che stanno vivendo queste persone, le loro famiglie, tutti gli altri ospiti e anche noi operatori? Vi immaginate cosa vorrebbe dire per un ragazzo autistico o per una ragazza Down essere intubati in ospedale? E non voglio neanche pensare a esiti ancora più drammatici".
La domanda, soprattutto, è una: "Chiedo senza giri di parole a chi ha la responsabilità di rispondere, il presidente Cirio e l’assessore Icardi: vogliamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per capire che vaccinare le persone con disabilità è una priorità assoluta? Anche più, con tutto il rispetto, degli studenti attesi dalla maturità?”.
Il riferimento è all’ipotesi di vaccinare i 35mila studenti all’ultimo anno delle superiori avanzata dal presidente Alberto Cirio al governo, ieri a Roma durante l’incontro con il generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid. “Sarei felicissimo se gli studenti potessero vaccinarsi - continua D’Errico - per sostenere la maturità in presenza, anche nelle nostre famiglie ci sono ragazzi e ragazze attesi da questo importante passaggio. Ma, ancora una volta, il problema è stabilire le priorità, perché c’è chi rischia di morire, senza vaccino. Genitori e figli che non si vedono da più di un anno, senza vaccino”.
“Anzi, dirò di più: si tratta di rispettare le priorità già dettate dall’agenda vaccinale - conclude D’Errico - dando la precedenza agli anziani e alle persone fragili. La Regione Piemonte, in ritardo e solo dopo le nostre pressanti sollecitazioni, aveva annunciato in pompa magna che da metà marzo sarebbero partite le vaccinazioni dei 6000 ospiti dei centri residenziali e diurni: ad oggi nelle tre strutture che noi gestiamo a Torino siamo fermi a zero. Neanche gli operatori sono vaccinati, perché non sono considerati sanitari. E già allora avevamo segnalato che sono da vaccinare con urgenza anche le migliaia di persone con disabilità che non vivono in struttura e i loro caregiver familiari: su questo aspetto continua un silenzio assordante. Chiedo ancora una volta: cosa stiamo aspettando?”.