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Attualità | 30 aprile 2021, 19:03

L'appello di Mons. Nosiglia: "Ripartire dagli ultimi per invertire la tendenza"

L'Arcivescovo di Torino ha celebrato san Giuseppe Cottolengo

Cesare Nosiglia

L'appello di Nosiglia: "Ripartire dagli ultimi per invertire la tendenza"

"Sull'esempio del Cottolengo bisogna ripartire dagli ultimi, dai piccoli e da quelli che non contano e non hanno peso e voce se vogliamo rovesciare il trend negativo e preoccupante che stiamo vivendo. Mi chiedo quando i programmi politici, economico-finanziari, culturali, ecclesiali e sociali prenderanno in considerazione questa scelta come emblematica per svolgere bene il loro compito e contribuire a dare vita a un nuovo umanesimo dove al centro di tutto ci sia la persona e i suoi diritti di giustizia, di equità, ma anche quelli della sua famiglia e del tempo libero da dedicare a se stessi, ai propri cari e agli altri". Queste le parole dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nell'omelia per la festa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, celebrata oggi alla Piccola Casa della Divina Provvidenza.

Per Nosiglia, due sono gli obiettivi a cui tendere "tutti insieme". Da un lato "fare in modo che tanti cittadini delle periferie esistenziali non restino a far parte di quella città invisibile che di fatto esiste e spesso viene ignorata dall'altra città che sta bene o relativamente meglio", dall'altro, "operare insieme perché i servizi e l'accoglienza non siano considerati una 'elemosina saltuaria' e neppure soltanto la risposta a una richiesta o a un bisogno". 

Nella sua omelia l'arcivescovo di Torino ha sottolineato che "un welfare di assistenza è certo necessario nelle emergenze ma non risponde ai criteri propri della carità perché non salvaguardia la dignità della persona e la lascia succube di una dipendenza che non risolve la sua situazione. Occorre impegnarci per favorire la condivisione tra le persone, rendendole autonome e in grado di provvedere a se stesse e ai propri cari. Non dobbiamo accontentarci di un welfare privo di una strategia che affronti seriamente i nodi di fondo dei problemi, ossia investimenti per il lavoro, cura della salute e della sanità, e la casa, vero dramma della nostra città".

E ammonisce, "la ricerca del potere o del consenso populista, del profitto a proprio vantaggio o del business commerciale che guarda solo al proprio interesse economico ignorando ogni altro valore di riferimento alla persona, del lavoratore e dello stesso cliente, perpetua l'idolatria del denaro e la cultura dello scarto. La pandemia che stiamo vivendo - ha concluso Nosiglia - ci renda più umili, più aperti al dialogo e alla collaborazione e meno autoreferenziali, più protesi a puntare sui valori che contano poco o niente sul piano del profitto ma moltissimo su quello culturale, sociale e religioso, come onestà, giustizia sociale, equità, rispetto di ciascuno nelle sue diversità, e la promozione della persona e del bene comune messi al centro di ogni realtà umana, religiosa e civile".

redazione

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