"La Sindone infonde in chi la contempla con fede una grande speranza, ma non umana, che spesso è illusoria, bensì una speranza forte che dica veramente che si può vincere il male, che c'è qualcosa oltre". Queste le parole dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nell'omelia durante la celebrazione nella Cappella del Guarini per la festa annuale del Sacro Lino.
"Certo - sottolinea monsignor Nosiglia - la via è quella del dolore, ma apre a una dimensione più alta, la consapevolezza che dove c'è la strada apparentemente più difficile esiste uno sbocco positivo derivante dalla speranza certa della vittoria finale". L'arcivescovo osserva poi che "siamo qui anche per imparare dal Signore la grazia di liberarci da tante difficoltà che assillano oggi la nostra vita e quella del nostro prossimo. Le prove che dobbiamo affrontare sono di vario tipo, le difficoltà che ci abbattono e impediscono di credere in Cristo e nel Vangelo. Poi abbiamo a volte la presunzione di gestire al meglio la nostra vita ignorando che solo con l'aiuto di Dio e del suo amore possiamo affrontare serenamente anche le nostre prove e difficoltà familiari e sociali".
"E ancora - aggiunge Nosiglia - siamo chiamati a vincere lo scoraggiamento che ci prende il cuore e la vita quando la vediamo sfuggire a causa del coronavirus che porta in tutti tanta preoccupazione e angoscia. Ed è una prova, soprattutto, la mancanza di speranza e del senso del vivere e del soffrire come Cristo, che ha vissuto ed assume le nostre pene per aiutarci a lottare con forza per la vita sempre e comunque, a qualsiasi costo".
Mons. Nosiglia ha deciso anche di nominare un sacerdote della Cappella del Guarini "in modo che in particolari date o momenti che richiamano la Sindone possa celebrare qui la messa o altre funzioni liturgiche": lo ha annunciato durante la celebrazione, che quest'anno si tiene proprio nella Cappella, tornata a splendere dopo i restauri seguiti all'incendio che la danneggiò gravemente nel 1997.
















