E' ancora bagarre politica intorno alla vicenda Italcomp (e di conseguenza Ex Embraco): dopo l'allarme lanciato dai sindacati di Fim, Fiom e Uilm nella giornata di ieri sull'assenza di emendamenti finalizzati al finanziamento di Acc nel Decerto Sostegni che oggi passa al Senato, è la viceministro al Mise, Alessandra Todde a puntualizzare di non aver "mai sostenuto al tavolo Acc-Embraco del 23 aprile che un emendamento all'articolo 37 fosse già stato presentato al ministro Giorgetti. Quello che è stato dichiarato al tavolo è che il Governo ha presentato l'articolo 37 del Decreto Sostegni per supportare con finanza ponte le amministrazioni straordinarie".
Todde: "L'emendamento arriverà in via parlamentare, appena possibile"
Una precisazione, insomma, per uscire dall'angolo in cui si è ritrovata Todde dopo le accuse dei rappresentanti dei lavoratori, convinti di aver assistito di nuovo a una promessa mancata. "Visti i tempi per il decreto ministeriale non compatibili con quelli di Acc, durante il confronto ho dichiarato che era in valutazione un emendamento all'articolo 37, da presentare in via parlamentare alla prima finestra utile, che consentisse un'erogazione veloce. L'emendamento in questione non è stato presentato perché, in base alla normativa europea vigente, ci sarebbe stata una tempistica di erogazione non compatibile".
Costanzo: "Un'odissea con continue giravolte"
Ma il mondo della politica non sembra concorde in questa valutazione. Per esempio Jessica Costanzo (deputata torinese del Gruppo Misto) che fa notare come "La vicenda di Italcomp, e dunque di ex-Embraco e Acc, somiglia sempre più a un’odissea, con continui andirivieni, retromarce, smentite. Un guazzabuglio da cui chi ne esce peggio è la politica, ancora una volta incapace di dare riscontri concreti alle sue parole in libertà". "Eppure - aggiunge - in questo caso, con lavoratori che soffrono un’incertezza cronica da ormai tre anni, le parole andrebbero soppesate e gli annunci misurati in base all’effettiva possibilità di riuscita. Altrimenti il rischio è quello di prendere in giro le persone e le loro famiglie, soffiando sul fuoco. L’ultima puntata, ma solo in ordine di tempo, riguarda il famoso “emendamento fantasma”. Todde dichiara di essere stata mal interpretata, che l’emendamento verrà presentato sì, ma per via parlamentare e in una prossima eventuale finestra utile. Destino di Acc sempre più incerto quindi, e di riflesso anche quello di ex-Embraco. Peccato che le lettere di licenziamento siano già state recapitate ai lavoratori di Riva di Chieri, con la pietra tombale su qualunque possibile misura alternativa e con l’approssimarsi della scadenza della CIGS per cessazione, che arriverà il 22 luglio".
"Il Governo e il Ministero hanno in mano le possibilità di intraprendere strade alternative, in attesa di verificare la piena fattibilità del progetto Italcomp - conclude Costanzo -. Si adoperino per farlo al più presto, senza annunci ma solo con i fatti. È già troppo tardi per concedersi il lusso di nuove promesse".
E Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione rincara la dose: "Senza questo intervento, il Commissario straordinario della Acc a giugno sarà costretto a mettere all'asta l'azienda svendendola, così il progetto ItalComP sfumerà. Se questo è l'obiettivo mal celato di Giorgetti, lo venga a dire in faccia ai 700 lavoratori a cui vuole negare ogni futuro. La cassa per i lavoratori Embraco scade il 22 di luglio e le lettere di licenziamento stanno già arrivando, ma sia chiara una cosa: gli ammortizzatori vanno prolungati e Ministero e Inps devono far capire al curatore fallimentare che con un rapporto di lavoro in essere la cassa Covid si può utilizzare, ma l'obiettivo non può essere tenere a casa i lavoratori all'infinito; gli ammortizzatori servono a restare agganciati all'unico progetto che ha un futuro, ovvero la nascita del polo italiano di produzione per compressori, scritto e studiato nei minimi particolari da chi conosce perfettamente il mercato e il settore, con tutte le commesse già disponibili”.
Nosiglia: "Dolore e amarezza per le lettere di licenziamento"
Chi non si tira indietro, come ormai è abitudine, è l'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, che ha ribadito la sua amarezza per la situazione che si è venuta a creare sul caso Embraco: "Apprendiamo con dolore e amarezza la comunicazione dell’avvio della procedura dei licenziamenti collettivi per i lavoratori e le lavoratrici dell’ex Embraco. Oltre ad esprimere la mia vicinanza personale e quella della Chiesa di Torino a tutte le persone e famiglie coinvolte, auspico che si mettano in campo tutte le energie, risorse e progettualità per provare a trovare una soluzione equa e rispettosa delle persone e del loro lavoro. Come spesso ho avuto modo di ribadire, solo attraverso la cooperazione e l’intesa tra istituzioni - il ministero in prima persona -, imprese, organizzazioni sindacali e sistema del finanziamento pubblico e del reddito privato si possono affrontare e risolvere grandi sfide e problematiche, come nel caso delle re-industrializzazioni".