Cassette della posta come collettori di riflessioni attorno al tema dell'abitare il quartiere. Succede a San Salvario, grazie al progetto Corrispondenze, nato all’interno della ricerca "FAREspazio_note sul paesaggio" di Paola Boscaini e Cristina Materassi, studentesse dell'Accademia di Belle Arti di Torino. I contenitori di legno, realizzati a mano, sono stati installati in questi giorni in quattro punti nevralgici (via Oddino Morgari 14, via Pietro Giuria 56, via San Pio V 11 e nel giardino di via Campana 32), e vi resteranno per circa un mese.
Lo scopo di Corrispondenze è quello di documentare come l’abitare umano si esprima all’interno del contesto urbano, spaziando dall’ambito pubblico a quello privato. "Creare relazioni, condividere percezioni, raccogliere testimonianze individuali per noi rappresenta l’unico modo per comprendere e raccontare come l’essenza dell’abitare si attui in un determinato luogo", raccontano le ragazze.
Una ricerca indotta dal bisogno di trovare risposte ad alcune domande urgenti dopo i due lockdown indotti dal Covid: di cosa abbiamo bisogno per abitare uno spazio? Cosa ce lo fa sentire veramente nostro? Quando possiamo dire di abitare veramente un luogo? E che sensazioni proviamo se questo ci viene negato?
Nel concreto, le postazioni scelte accoglieranno ciascuna una cassetta che invita i passanti a lasciare un commento scritto e imbucarlo. "Corrispondenze non vuole fermarsi solo a una raccolta di materiale - aggiungono Paola e Cristina -, ma vuole anche dare vita a una rete. Chi condividerà una riflessione sull’abitare ne riceverà altre indietro". Gli scambi creeranno così fitte corrispondenze intese come carteggio, traffico epistolare fra persone, ma anche come relazioni reciproche tra elementi diversi.
Spiegano ancora le ideatrici: "Abbiamo avviato questa ricerca a San Salvario perché ci è sembrato particolarmente multietnico, con una popolazione eterogenea, pieno di realtà attive sul territorio". La ricognizione degli spazi è stata possibile grazie al sostegno della Casa del Quartiere, di Casa Garibaldi, del condominio Luoghi comuni e dell'associazione Donne per la difesa della società civile. "Nei prossimi mesi - concludono le studentesse - vorremo proseguire la ricerca in tutti gli altri quartieri torinesi, per poter creare una rete sempre più grande di connessioni".
Oltre all'installazione fisica, il progetto prevede anche la distribuzione di pieghevoli e cartoline, con fotografie del territorio che invitano a riflettere sulla quotidianità degli ambienti comuni.