Trattati da eroi durante la pandemia, ora rischiano di perdere il lavoro dopo la "strage" di anziani per il Covid nelle Rsa piemontesi, così come per il no al vaccino. Sono decine gli Oss, infermieri e personale sanitario che questa mattina sono in protesta in piazza Castello, in occasione dello sciopero nazionale organizzato dalla Cub Sanità.
Zanetti (Cub Sanità): "Illegittimo sospendere dal lavoro chi non si vaccina"
A farsi portavoce delle ragioni della mobilitazione è Alessandro Zanetti, segretario torinese del sindacato. "Riteniamo illegittimo - spiega - sospendere dal lavoro e dal reddito le persone che non si vaccineranno, perché sono le stesse che hanno lavorato fino a ieri ed erano chiamati eroi. Uomini e donne competenti in tema sanitario, che esprimono dubbi sull'utilità di un vaccino e vanno rispettati". "Solo i regimi antidemocratici - aggiunge - stabiliscono che si può intervenire sul corpo di una persona contro la sua volontà".
A ottobre con sblocco licenziamenti molte persone verranno lasciate a casa
Altro tema è quello della riduzione del lavoro, e quindi dello stipendio, per gli operatori delle Rsa. I posti dove il Covid ha colpito più duramente e si è registrato una "strage" di anziani. "Ci sono già centinaia di dipendenti - chiarisce Zanetti - che in cassa prendono il 50% del reddito, perché il Job Act ha abbassato le coperture: a fine ottobre, con lo sblocco dei licenziamenti, molte persone verranno lasciate a casa".
Sanità sempre più privatizzata: "Ci perdono i cittadini"
Il terzo tema, continua il segretario Torino Cub Sanità, è la "privatizzazione della sanità: quella pubblica funziona sempre meno bene, per favorire i privati. Facendo così ci perdono i cittadini e i dipendenti, con gravi carichi occupazionali".